La Repubblica Islamica dell’Iran, tra il 1 aprile e la fine del mese di luglio 2024, ha tenuto elezioni competitive con la partecipazione del popolo in un’atmosfera di serenità e condivisione e ha segnato un nuovo capitolo nell’amministrazione del paese. In concomitanza con il giorno dell’insediamento del Presidente Pezeshkian, che ha invitato la regione e il mondo alla pace, alla tranquillità e all’empatia, il regime sionista ha portato la regione e il mondo verso l’abisso catastrofico dell’insicurezza e dell’instabilità.
Per quasi dieci mesi, il mondo ha assistito al genocidio, ai ripetuti atti terroristici, ad aggressioni e all’uccisione di migliaia di bambini, uomini e donne innocenti nella Striscia di Gaza in un silenzio assordante. Questo silenzio e i ripetuti applausi dei sostenitori hanno indotto i criminali e delinquenti di Gaza a continuare i loro crimini. Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, uno dei leader eletti dal popolo palestinese e uno dei leader della legittima lotta, compreso il diritto all’autodeterminazione della nazione palestinese, è stato martirizzato in un’azione terroristica a Teheran.
Il brutale assassinio di Ismail Haniyeh nel territorio della Repubblica Islamica dell’Iran, mentre era ospite ufficiale della Repubblica Islamica dell’Iran nella cerimonia di insediamento ufficiale, politica e diplomatica alla presenza di oltre 110 delegazioni provenienti da tutto il mondo, è un altro chiaro segno della natura aggressiva, criminale e terroristica del regime sionista di Israele.
Naturalmente, è chiaro a tutti che il regime sionista dopo mesi di omicidi, crimini e distruzioni a Gaza, si trova in una situazione di stallo politico e sul campo di guerra. I leader di questo regime, che sono accusati di genocidio dalla Corte Penale Internazionale e sono ricercati a livello internazionale, dovrebbero sapere che è inutile intraprendere una politica di terrore e violenza. Inoltre questa politica incoraggerà la nazione palestinese a continuare la resistenza per riconquistare le terre usurpate e affermare i propri diritti con maggiore forza. Azioni così atroci rappresentano gli ultimi sforzi di questo regime per evitare le conseguenze del genocidio, dell’occupazione e delle politiche di apartheid, che ovviamente non hanno e non raccoglieranno altro risultato che il disonore e la vergogna.
Il recente atto terroristico nel territorio della Repubblica Islamica dell’Iran, che ha portato al martirio di uno dei simboli della lotta al terrorismo e all’occupazione, non solo viola tutti i principi, leggi, regolamenti e norme del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, ma costituisce anche una seria minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale.
È chiaro a tutti che la Repubblica Islamica dell’Iran non può restare indifferente di fronte all’assassinio del suo ospite sul territorio iraniano. Nel corso della storia, l’Iran ha sempre dimostrato di aver difeso la propria integrità territoriale, la sovranità nazionale, l’onore e la reputazione e di aver dato risposte adeguate a tutti gli aggressori. A questo proposito, la Repubblica Islamica dell’Iran, pur sottolineando il proprio impegno nei confronti delle leggi e del diritto internazionali e della Carta delle Nazioni Unite, si riserva il diritto intrinseco e legittimo di intraprendere le azioni necessarie per difendere la propria sicurezza nazionale e la sovranità contro gli aggressori.
Non vi è dubbio che la comunità internazionale dovrebbe inserire nella sua agenda il prima possibile la condanna di questo atto terroristico e intraprendere un’azione decisiva contro l’evidente comportamento terroristico del regime sionista. Perchè il silenzio protratto dinanzi al atteggiamenti criminali e aggressivi di questo regime fuorilegge, razzista e occupante può mettere il mondo e la regione in una situazione tesa e delicata, imponendo pesanti costi a tutte le parti in campo.