di Giuliano Castellino
Quanti scogli contro una rivoluzione…
Ci sono quelli del regime, prevedibili, in quanto a difesa del potere e delle sue imposizioni.
Poi ci sono gli scogli messi da quelli che si stanno estinguendo ed invece di comprendere che stanno per essere spazzati via dalle onde, tentano di fermare ciò che non può più essere fermato…
Partiti, “divisori del dissenso e dissenso controllato”, destre, sinistre, nostalgici del 900, agenti degli opposti estremismi, reduci della strategia della tensione in servizio permanente, leoni da tastiera, “generali senza esercito”, individualisti senza nessuna rappresentanza e seguito che pretendono di dire la loro, post, vetero ed anti, sindacati del padrone… ognuno di questi “residui bellici” prova ad innalzare uno scoglio per fermare la marea della rivoluzione.
Eppure ormai è chiaro…
Noi siamo il popolo!
Siamo stati i primi, inizialmente quasi in perfetta solitudine, a capire cosa stava succedendo, i primissimi ad opporci alla narrazione criminale e terrorista del Covid, perché capimmo che dietro si nascondeva il golpe globale del Great Reset ed il capitalismo 4.0…
Ancora fummo quelli che senza se se senza mai si schierarono contro la guerra della Nato e per la pace.
Semplicemente perché da sempre contro l’imperialismo americano, vicini a Mosca e Putin, da sempre in lotta per l’indipendenza nazionale.
Da mesi affermiamo che la permaemergenza sarebbe stato un modello di oppressione permanente.
Che saremmo passati dalla dittatura sanitaria alla tirannia Green.
Eccoci in piena transizione ecologica, Ztl e città a 15 minuti.
Così come dietro l’angolo sono l’identità digitale, la scuola 4.0, l’intelligenza artificiale.
La prossima emergenza e dittatura è già pronta: quella alimentare.
Senza mai dimenticare il conflitto contro la Russia!
Nato, UE, Oms e nuovo ordine mondiale sono pronti a proseguire nella guerra finale, totale e globale contro patrie e popoli.
Ma di fronte a questa decisa offensiva c’è chi ha compreso che era urgente rispondere.
Tanto urgente da edificare una “Nuova Arca”, dove accogliere tutte le “razze” di ribelli, dissidenti, resistenti e oppositori.
Di fronte al “nuovo diluvio universale” non c’era e non c’è più tempo di chiedere “cosa facevano prima e come vivevano”, “leoni e agnelli, cani e gatti e via dicendo”… urgeva ed urge imparare a fare unione, a condividere e convivere per poter sopravvivere e costruire una nuova Alleanza (anti-capital-globalista, per una nuova lotta di classe tra dominati e dominanti).
Destra e sinistra, ideologie passate, vecchi scontri andavano e vanno messi in pensione…
Ed anche con una ferrea decisione ed una buona dose di coraggio.
Perché di fronte a noi c’è una nuova sfida da affrontare.
Indipendenza nazionale, sovranità popolare, giustizia sociale, libertà fondamentali e libero pensiero non possono più essere valori appaltati a una parte contro l’altra, ma necessitavano di diventare patrimonio COMUNE di un popolo unito nella sua pluralità.
In questo modo nelle piazze di questi anni si sono ritrovati cattolici, socialisti, patrioti, nazional-popolari, antagonisti e varie forze militanti insieme ad un popolo che mai avrebbe pensato di scendere per strada per difendere diritti naturali, libertà fondamentali e lavoro!
Questa nuova marea è oggi il popolo del dissenso…
Che farebbe bene a comprendere due cose fondamentali: l’unità resta l’elemento fondamentale per resistere.
(Senza l’unione, l’abbattimento di muri, veti, personalismi e giochi di potere siamo destinati a morire…)
Senza una prima linea militante è impossibile vincere!
Militanza e popolo sono un mare che nessuno scoglio può fermare.
Per un’Italia Libera e popolare, perché come cantava il compianto cantautore Lucio Battisti “come può uno scoglio arginare il mare…”