di Alessandro Cavallini
Santelli editore ha pubblicato nelle scorse settimane il libro “L’odio.
Dentro il dolore delle emergenze”, un libro scritto a quattro mani da due dei protagonisti più importanti di quel mondo del dissenso che si è opposto alla dittatura sanitaria del Covid, Pasquale Bacco e Giuliano Castellino.
Nel libro si parla senza reticenza alcuna della nascita, in mezzo al popolo italiano, di una larga fascia di popolazione che si è opposta immediatamente alla cosiddetta emergenza sanitaria che, con la scusa della pandemia, stava restringendo sempre più le libertà dei cittadini.
Per la prima volta un popolo unito, senza divisioni tra destra e sinistra, e composto da molte persone che mai si erano interessate precedentemente alla politica, è sceso in piazza per difendere i propri diritti ed urlare ai potenti il proprio dissenso per quanto stava avvenendo.
Erano decenni che non si vedevano così tante persone partecipare a manifestazioni di strada, fino ad arrivare a quel 9 ottobre del 2021 quando ben 100000 persone si sono ritrovate in piazza del Popolo a Roma.
Da lì poi è partita una durissima repressione da parte del Sistema, certamente impaurito da quella strana forma di unità popolare che in Italia mai si era vista dal dopoguerra in poi. Infatti, a differenza di altre Nazioni, da noi si è vissuto un lunghissimo dopoguerra strumentalizzato dal Potere che, sfruttando lo scontro fascismo/antifascismo, ha continuato a fare i propri porci comodi, sfruttando il popolo italiano e distraendolo con una dicotomia ormai priva di senso, soprattutto dopo la caduta del Muro di Berlino.
Ma la gente comune, di fronte al cappio che Conte, Draghi e compagnia varia stava stringendo loro al collo, si è ribellata, unendosi in una protesta unitaria, capendo che lo scontro reale non era più quello tra destra e sinistra ma quello tra Popolo e Deep State. E Bacco e Castellino sono stati appunto in prima fila nel sostenere la legittima protesta popolare.
Poi però le loro strade si sono divise. Come spesso accade, per alcuni ha prevalso, parafrasando Nietzsche, il fattore “umano, troppo umano”.
Pasquale Bacco, di professione medico, così tuonava nel 2020: “il virus non è letale, i numeri sui morti sono falsi”. Oggi invece dice di essersi pentito di quelle parole e non perde occasione per andare in tv a lanciare anatemi contro il cosiddetto mondo “no vax”.
Anche in questo libro prende fortemente le distanze dalle sue precedenti posizioni e non si fa certo pregare per lanciare accuse e anche insulti ai suoi ex compagni di lotta.
In realtà non è chiara la reale motivazione dei suo dietrofront: una reticenza che forse nasconde motivi che, come scrivevamo prima, sono banalmente umani.
Infatti essere la prima linea di una rivolta, come quella del mondo del dissenso, non è certamente facile. E per chi non proveniva da precedenti esperienze di militanza politica di piazza, minacce ed esclusione sociale possono riportarti facilmente sulla strada del comune buonsenso e del politicamente corretto.
Percorso completamente opposto ha seguito l’altro autore del libro. Seguendo le famose indicazioni di Filippo Corridoni, fondatore del sindacalismo rivoluzionario in Italia, Giuliano Castellino ha intrapreso la strada del “come per andare più avanti ancora!”.
Non solo non si è piegato alla feroce repressione che ha colpito lui insieme ad altri militanti della prima linea del mondo del dissenso ma ha anche ben compreso come, a seguito del progetto del Great Reset iniziato proprio con la pandemia, le vecchie categorie politiche erano ormai desuete.
Senza nulla rinnegare della precedente esperienza politica nel neofascismo, anzi sottolineandone gli aspetti più importanti ed ancora validi, come il cameratismo che porta ad una vera e propria fratellanza tra chi scende in piazza a protestare, Castellino ha capito che le bandiere nere, come quelle rosse, andavano lasciate a casa e che bisognava marciare col Tricolore, unica vera bandiera di unità popolare e nazionale.
Senza scordare l’aspetto teorico, per cui oggi è necessario coniugare le idee di Dugin con quelle di Fusaro, di monsignor Viganò, del compianto Preve e di Alain de Benoist per meglio potersi opporre al pensiero politicamente corretto e moralmente decadente del globalismo oggi imperante.
E’ proprio questo il lascito più importante di quella bellissima stagione di lotta portata avanti da chi si opponeva all’apartheid del Green Pass e a tutte le altre restrizioni di libertà.
Secondo Bacco si è trattato di un momento di follia collettiva per la quale i partecipanti alla stessa dovrebbero chiedere scusa e cospargersi il capo di cenere,
Secondo altri, invece, e noi siamo tra questi, quel periodo è stato un momento di risveglio da parte del Popolo.
Molti hanno smesso di vegetare e hanno deciso di prendere in mano le redini del proprio destino.
Oggi l’emergenza Covid pare essere finita. Ma quello spirito di ribellione ha nuove battaglie da affrontare: la guerra in Ucraina, la politica genocida di Israele, le imposizioni alimentari, l’identità digitale e tutte le altre questioni portate avanti dalla diabolica Agenda 2030.
I Bacco di turno devono farsene una ragione.
Ormai la fiamma della ribellione è stata accesa e nessuno può spegnerla!
bellissimo articolo che riassume in maniera chiara , il senso di quella ribellione alla pandemenza , del popolo del 9 ottobre. E’ vero in quei giorni si realizzò qualcosa di inedito nella storia italiana . Per la prima volta il popolo minuto scendeva in piazza. Era un popolo che è quello che incontriamo tutti i giorni al bar , sull’autobus , ai parchi pubblici. Digiuno di politica e di scontro di piazza . Probabilmente il 9 ottobre 2021 , la maggior parte del popolo dei centomila non aveva mai partecipato ad una manifestazione di piazza! Fu gioco facile a chi questa incredibile e anche ai loro occhi incomprensibile ADUNATA DI POPOLO , cominciava a far paura , gettare una miccia tra quella meravigliosa gente…. sì da cercare di interrompere la EMPATIA vitale che si stava stabilendo tra quelle Piazze e Giuliano Castellino. E’ da QUI che Giuliano e noi suoi amici dobbiamo ripartire per ricucire le fila , che devono tessere la storia della NUOVA ITALIA. ANCORA ITALIA deve essere il nostro grido di battaglia , l’ “àncora” a cui aggrapparsi per vincere i marosi che ci sovrastano. E devo dire scendendo nell’attualità più concreta e scabrosa , che penso che interrompere il dialogo con Pasquale Bacco, sia , in questa fase un modo di rispettare e quindi valorizzare la sua incredibile “conversione ” al globalismo sanitario più settario…che avendolo conosciuto ritengo anche poco “credibile” e degna da parte sua di una ulteriore riflessione