di Fabio C. Maguire
Momenti di alta tensione tra Cina e Stati Uniti si sono registrati dopo la collisione sfiorata tra due navi nello stretto di Taiwan.
Il Pentagono ha espresso la propria preoccupazione per “le mosse aggressive delle forze armate cinesi in Asia”, differentemente da Pechino che ha invece difeso le azioni della nave, condannando fermamente i cosiddetti pattugliamenti americani nello Stretto, considerati dalla Repubblica Popolare “una costante provocazione.”
Il Ministro della Difesa cinese Li Shangfu ha dichiarato che la Cina “deve prevenire i tentativi di usare quella libertà di navigazione, quel passaggio innocente, per esercitare l’egemonia della navigazione.”
L’incidente avrebbe coinvolto un cacciatorpediniere americano Chung-Hoon, in transito presso lo Stretto di Taiwan, costretto a virare a seguito di una manovra ostile di una nave da guerra cinese, arrivata a circa cinquanta metri dall’unità statunitense.
Il cacciatorpediniere statunitense era impegnato in un’attività congiunta Canada-USA, una missione nel delicato tratto di mare che separa Taipei dalla Cina, vista da Pechino come un’ennesima provocazione della marina statunitense volta ad accrescere esclusivamente le tensioni nella regione.
La Settima Flotta americana ha annunciato di essere stata impegnata “in un transito di routine nello Stretto, in acque in cui si applicano le libertà di navigazione e di sorvolo in alto mare.”
In una nota hanno riferito che il passaggio congiunto “dimostra l’impegno degli Stati Uniti e dei nostri alleati e partner per un Indo-Pacifico libero e aperto”.
Ovviamente sono parole poco credibili viste la campagna di militarizzazione della regione, con una Cina sempre più circondata da basi militari americane e con una presenza cospicua e sempre più minacciosa di funzionari militari statunitensi sull’isola di Taiwan.
L’incidente è avvenuto mentre il Segretario della Difesa americano Lloyd Austin e il suo omologo cinese Li Shangfu stanno partecipando a Singapore allo Shangri-La Dialogue, il più importante forum sulla sicurezza in Asia.
I due diplomatici non avranno un incontro bilaterale dopo il rifiuto della parte cinese a causa della mancanza di pre-requisiti.
Pechino fa riferimento alle sanzioni USA che hanno colpito Li nel 2018, chiedendone l’immediata rimozione, idea al momento non concepibile per il Pentagono.
Questa è la prima volta che la Cina esegue una manovra ostile nei confronti degli Stati Uniti e, analizzando la crescente conflittualità nella regione, non sarà nemmeno l’ultima.
L’avventurismo americano resta la prima fonte di disturbo e destabilizzazione degli equilibri mondiali, avventurismo che non sembra essere più tollerato da diversi paesi, primo fra tutti la Cina.