Giuliano Castellino
Credo che da una parte e dall’altra, quando si affronta la questione cinese, si cade sempre nell’errore di discutere con i linguaggi del 900.
Le due parti che spesso si “affrontano” sono ancora ancorati a vecchi schemi.
Primo punto: al di là della bandiera rossa e delle stellette è fuori ogni dubbio che la Cina oggi sia uno Stato capitalista.
Amen!
Senza questa premessa diventa impossibile continuare.
Negare un’analisi del genere dimostrerebbe solo faziosità.
Gran parte di noi hanno commesso un errore, quello di pensare e credere che quella con Pechino potesse essere un’alleanza strategica.
I fatti ci smentiscono!
Non solo il modello di cinese è stato preso ad esempio dal capitalismo 4.0 e dalla banda Davos, non solo la Cina è stata la nazione che ha prestato la sua terra a Bill Gates e deep state globalista, ma anche l’alleanza con Mosca e il suo ruolo nei Brics ad oggi sembra essere funzionale solo ai suoi interessi (capitalisti).
Con questo però non vogliamo farci trascinare nel più becero anticomunismo.
Cosa che c’entra nulla con la Cina se abbiamo fatto la premessa iniziale.
Non dobbiamo più farci trascinare in sterili ed inutili discussioni ideologiche, veleno che ancora divide (e solo) l’Italia e gli italiani.
Nemmeno gettare via il bambinello con l’acqua sporca…
Con la scusa di attraccare, giustamente la Cina, sono ripresi gli attacchi a tutto un grande movimento di popolo e mobilitazioni…
La lotta di classe, e non l’odio di classe, è stato, è e sarà il motore della storia.
Cambiano solo le classi, ma la lotta è tra sfruttatori e sfruttati.
Questo è un elemento sostanziale che ha spinto tutti i moti rivoluzionari e di liberazione del mondo.
Senza il socialismo non sarebbero esistiti i grandi movimenti popolari e con essi le grandi conquiste sociali.
(Nemmeno, e parlo da Italiano, il Fascismo, almeno nella sua fase REGIME, uno Stato Sociale che ha contribuito in maniera sostanziale all’emancipazione di una Terra analfabeta, senza case e lavoro, fino a Mussolini quasi feudale…)
Così come senza il socialismo non sarebbero esistiti i movimenti di lotta popolare e di liberazione, dall’Ira all’Eta, dal peronismo di Evita al guevarismo, dall’Olp a tutti i moti africani anti-colonialisti.
Così come in Italia migliaia o milioni di italiani non avrebbero oggi un tetto, ottenuto grazie alle rivolte sociali e socialiste negli anni 70.
Così come è innegabile che finché era in piedi l’URSS, tutti i popoli in resistenza al dominio globale dell’impero americano potevano avere un sostegno.
Anche se non comunisti… basti pensare all’Iran e a tutti i popoli arabi, diventati solo in seguito fanaticamente islamici, proprio grazie al globalismo Usa dopo la caduta della Russia e l’ indebolimento delle cause nazionali.
Il resto sono solo dati ideologici.
Errore liquidare le esperienze comuniste e socialiste come degenerazione del capitalismo, anche perché per mezzo secolo o stavi con gli americani o con i russi (la terza via era solo un’illusione occidentale, mai esistita. DI fatto e nei fatti tutti quelli che la sostenevano alla fine abbracciavano sempre Washington e Londra).
Così come è altrettanto fazioso dire che in Cina c’è il primato della politica sull’economia.
Se così fosse non si sarebbe piegata ai piani diabolico del nuovo ordine mondiale con la narrazione del Covid, non si sarebbe inginocchiata a Bill Gates.
Non possiamo non vedere che in ogni fase storica degli ultimi 4 anni la Cina attende il suo vero padrone, Bill Gates, per eseguire gli ordini.
Il “filantropo” globalista è stato accolto a Pechino a dicembre 2019… dopo pochi giorni scoppiò il Covid e la Tirannia mondiale sanitaria….
È tornato in Cina tre giorni fa in piena emergenza guerra e crisi ambientale…
Quindi, senza cadere nello scontro ideologico del secolo, anzi millennio scorso, senza tricerarsi dietro vecchi schemi – comunismo / anticomunismo; destra / sinistra – possiamo fare analisi profonde e comprendere che l’unico scontro in atto è che quello tra popoli ed élite globalista, che l’unica lotta di classe in atto è quella tra dominati e dominanti, che le uniche bandiere che si innalzano oggi contro l’imperialismo ed il neo-colonialismo capitalista sono quelle nazionali (né rosse, né nere), che le uniche reali e popolari opposizioni al golpe globale della quarta rivoluzione industriale sono fuori i vecchi schemi e ideologie superate e cancellate dalla storia.
Quindi possiamo avere una visione cristiana e cattolica contro la “non cultura” relativista, liberal, progressista e fluida; essere patrioti contro chi vuole l’abbattimento di frontiere ed identità; essere per la lotta di classe tra dominati e dominanti per riconquistare la giustizia sociale.
Perché indipendenza nazionale, sovranità popolare e solidarismo comunitario sono la sintesi per una vera resistenza al mondialismo.
Per tutto questo possiamo stare con Putin, vedere con simpatia Trump e comprendere che se vai a braccetto con Bill Gates ed il tuo modello diventa quello da imporre nel nuovo mondo globalista e globalizzato non puoi certo essere un nemico del nuovo ordine mondiale targato Davos.