di Ramona Castellino
A Gerusalemme si sta tentando l’incontro tra il segretario di Stato Usa e Netanyahu per un cessate il fuoco a Gaza.
Il ministro degli esteri Tajani afferma di sentirsi un po’ più ottimista sulla pace in Medio Oriente, dopo la “vittoria militare” di Israele a Gaza.
Propone addirittura una soluzione per il Libano: il disarmo dalle zone cuscinetto, ampliate di svariati km e più presenza Unifil, che intanto Israele allegramente continua a bombardare, con poteri speciali e potrà perquisire casa, veicoli, persone in cerca di armi.
Tralasciando i vaneggiamenti di Tajani e l’ipocrisia Usa in Medio Oriente si combatte e si muore.
In Libano, vicino all’ospedale di Rafik Hariri sono 13 i morti e 57 i feriti.
Sotto i bombardamenti la città di Tiro dopo l’ordine di evacuazione israeliana.
A Gaza i morti accertati sono oltre i 42.000, impossibile il calcolo tra i morti in strada e quelli sotto le macerie, oltre 100.000 i feriti.
E mentre l’Occidente blatera di una pace che Israele non prende neanche in considerazione, l’ONU denuncia il regime sionista di non permettere l’entrata degli aiuti umanitari nel nord di Gaza.
Arriva la rivendicazione di Hezbollah con la piena esclusività dell’ attentato alla residenza di Netanyahu, “flagello sionista”, e con parole chiare avvisa: “Se le nostre mani non ti hanno raggiunto questa volta, tra te e noi ci sono giorni, notti e terreno.”
Anche l’Iran manda un avvertimento: “Israele riceverà una risposta adeguata se colpirà l’Iran.
La guerra e le tensioni attuali non si fermeranno con gli omicidi, la forza e la violazione dei diritti, ma finiranno con l’instaurazione della giustizia”
Queste le parole del presidente iraniano Pezeshkian.
E mentre Israele continua a violare i diritti umani e il diritto internazionale affermando che lo stanno difendendo, l’Iran è pronta a dare un duro colpo al nemico sionista.