di Fabio C. Maguire
Mentre in Italia si supera la cifra record di oltre 100 mila sbarchi, in Siria c’è un popolo che non ha mai smesso di lottare e di sacrificarsi, battendosi con orgoglio e coraggio per dodici anni contro le bande terroristiche della NATO.
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La Siria venne travolta dalla sete di guadagno e potere dell’Occidente che, desideroso di impossessarsi dell’immense ricchezze siriane, fomentò le rivolte e scatenò una sanguinosa guerra.
La colpa del Presidente Assad fu quella di non aver voluto cedere parte delle proprie riserve di petrolio e metano e, soprattutto, di non aver autorizzato la costruzione di un oleodotto che avrebbe dovuto collegare il Qatar e la Turchia.
Infatti, il Qatar avrebbe venduto e rifornito l’Europa di gas attraverso il gasdotto siriano, facilitando notevolmente le esportazioni per assestare un duro colpo alla Russia in termini commerciali.
Assad non accettò la richiesta, come ogni paese libero e sovrano può fare, per non danneggiare i propri alleati russi.
Fu un atto di lealtà e coraggio che costò caro alla Siria e al suo popolo.
L’imponente macchina da guerra statunitense sarebbe da li a poco intervenuta su ordine del Presidente Obama, Premio Nobel per la Pace, per sovvertire il regime di Assad e assicurarsi il controllo della regione.
La Siria venne attacca e bombardata da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Turchia che spedirono contemporaneamente i loro esercito nel paese.
A causa delle forti pressioni, delle sanzioni e dei bombardamenti la Siria crollò presto in una condizione di caos e povertà.
Organizzazioni terroristiche, finanziate dalla CIA e dal Qatar, iniziarono ad occupare le città, seminando il terrore nel paese.
Sempre il Qatar e gli Stati Uniti offrirono armi e munizioni agli estremisti per combattere le milizie siriane e destabilizzare il paese.
Nel frattempo la propaganda in Occidente stava facendo la sua parte.
Assad venne dipinto come un dittatore, come Gheddafi e Saddam Huseein, e i ribelli come combattenti per la libertà e la democrazia.
I soldati siriani combatterono per anni contro il terrorismo islamico, contro l’esercito americano, francese ed inglese che era illegalmente intervenuto in Siria.
Senza nessun passo indietro, senza pretese e senza paura i combattenti siriano hanno respinto i criminali attacchi della NATO e dei suoi mercenari.
La Russia, come spesso accade, è corsa in aiuto su richiesta del suo partner Assad a difesa del popolo e della sovranità siriana usurpata dai falchi occidentali.
Se c’è chi scappa da una guerra, e per cui proviamo molta compassione, c’è anche chi dalle trincee non fugge, rimane e combatte.
Il sacrificio e il coraggio del popolo siriano devono essere esempio per tutti i combattenti nel mondo, come i palestinesi a Gaza, gli irlandesi a Belfast e Derry, i russi nel Donbass.
Viva la Siria! Viva Assad! Viva i suoi combattenti!