Molti stanno in campagna elettorale, altri “camminano” davvero con tristi figuri che nulla hanno a che fare con il dissenso, altri sanno solo criticare, lamentarsi e dire “va tutto male”, altri ancora sono sempre più virtuali che reali.
Ma la resistenza è anche sacrificio, esempi e vittorie!
Oggi ancora sul banco degli imputati i dissidenti romani che nell’autunno del 2020 “osarano” opporsi ai lockdown.
Ancora noi sotto la repressione del regime – e un motivo ci sarà di tanto accanimento – e non da pochi mesi, ma da quasi tre anni, da quando è iniziata questa dura resistenza al golpe globale.
Siamo tutti sotto processo per aver manifestato senza autorizzazione contro le emergenze sanitarie, contro il coprifuoco, a fianco di lavoratori, ristoratori e commercianti.
Questa nostra mobilitazione e questo ennesimo sacrificio portò alla vittoria della libertà, con l’Italia che scongiurò una nuova carcerazione domiciliare preventiva di massa.
Ora altri si presentano a queste elezioni come rappresentanti del dissenso, dimenticando che – mentre noi lottavamo contro il regime – loro stavano a braccetto con Salvini e Meloni, imbavagliati (seppur museruola tricolore) o assenti nelle piazze.
Oppure stavano con cappucci e potentati a fare riti massonici o a gridare “Viva la scienza ed il comunismo!”
Quasi tutti puntavano il dito contro le piazze.
Allora, come un anno dopo, libere da politicanti ed ideologie del 900!
A noi processi, criminalizzazione e repressione, per questi “agenti del regime” coccole e carezze da parte del sistema e del mainstream.
Nessun lamento: noi siamo la resistenza.
Siamo nel vero e nel giusto.
Questo fa la differenza!
Oggi come sempre a testa alta di fronte alle toghe del regime e alle forze della repressione.