Diego Fusaro
L’ultima novità riguarda l’arcobalenico e vegliardo presidente della civiltà dell’hamburger, Joe Biden.
Stando a quel che apprendiamo dai principali quotidiani, pare che egli adesso voglia legalizzare la marijuana negli Stati Uniti d’America.
Non ci stupiremmo affatto se ciò dovesse realmente accadere.
La legalizzazione delle droghe leggere, alla stregua dell’utero in affitto, rientra nel novero di quei capricci arcobaleno di consumo spacciati oggi per diritti civili: non si tratta di diritti ma, appunto, di capricci di consumo, del tutto funzionali alla logica della mercificazione integrale propria dell’ordine turbocapitalistico globalizzato.
In cosa consiste detta logica?
Nel trasformare in diritti quelli che sono e restano capricci consumistici mediati dalla forma merce e dunque dal valore di scambio.
Capricci che, sia chiaro, nulla hanno a che vedere con i diritti civili propriamente detti. Come mostrato da Carl Rhodes in “Woke capitalism”, la logica sottesa all’introduzione dei capricci in tinta arcobaleno può essere intesa come triplice.
Anzitutto, vi è una funzione distrattiva: si dirotta l’attenzione dai diritti sociali, che vengono puntualmente soppressi, verso i capricci di consumo, che vengono elargiti in funzione della mercificazione integrale del mondo della vita.
In secondo luogo, abbiamo una funzione compensativa: mentre i diritti sociali e del lavoro vengono uno dopo l’altro annientati, ecco che con funzione compensativa e cosmetica vengono moltiplicandosi i capricci di consumo.
Come sempre, l’arcobaleno copre e legittima il grigio della gabbia d’acciaio del capitalismo globalizzato.
In terzo luogo, detti capricci sono funzionali alla logica capitalistica, il cui obiettivo consiste appunto nella trasformazione di tutto e di tutti in merci disponibili secondo il valore di scambio.
Per dirla con Pasolini, nella civiltà dei consumi non esistono se non consumatori che si rapportano all’ente nei termini di una merce disponibile.
Ovviamente, ed è l’aspetto più tragicomico, l’ordine discorsivo neoliberale celebra adesso Joe Biden come filantropo e sostenitore dei diritti, proprio mentre egli sta sostenendo senza pietà la guerra appoggiando Israele e l’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood.