di Ramona Castellino
Per le strade di Primavalle c’è tristezza, c’è rabbia, c’è dolore.
Per le vie ci sono ragazzi, persone adulte, anziani, chi con un fiore, chi con una fiaccola, sono tutti lì per Michelle e per la sua famiglia.
Sul viso di sua madre disperazione, troppa perché una figlia non può morire e non deve morire.
Perché una ragazzina non può e non deve morire trucidata.
In fila dietro alla mamma c’è chi Michelle la conosceva e chi invece non l’aveva mai vista ma che da quel tragico giorno la porta nel cuore.
Tra la gente spuntano telecamere, macchine fotografiche in cerca della lacrima che fa notizia o nella speranza che in quel triste tragitto, tra la scuola di Michelle e il luogo dove è stato abbandonato il suo giovane corpo, succeda qualcosa che giustifichi uno spiegamento così grande di forze dell’ordine, che magari voli qualche insulto, a Dio piacendo anche a sfondo razzista così si può utilizzare il titolone ad affetto già pronto nel cassetto.
Perché a questa famiglia si deve negare anche un composto dolore.
I giornalisti si sa cercano la notizia, non basta mica la morte atroce di una ragazzina.
Mentre avanziamo in silenzio, c’è chi prova a deviare il corteo, addirittura a farlo tornare indietro, perché: “c’è il comizio!”
La gente prima confusa scuote la testa, poi capisce disgustata: è arrivato il sindaco di Roma, che forse da solo neanche avrebbe trovato Primavalle, e partono fischi, perché nessuno ha voglia di sentire.
Oggi è il giorno del dolore e sì anche della rabbia perché quello che è successo a Michelle poteva capitare a qualsiasi ragazza di questo quartiere, abbandonato da sempre ai suoi problemi.
Arriviamo fino al punto in cui è stato trovato il corpo di Michelle.
Volano palloncini bianchi, ci sono striscioni, candele e tantissimi fiori.
Noi porgiamo la nostra rosa bianca.
C’è chi piange, chi si stringe in un abbraccio e chi chiede giustizia già sapendo che forse giustizia non ci sarà.
In una Primavalle militarizzata, per paura non si sa di cosa, rimaniamo ancora senza parole nel vedere scene ridicole e francamente fuori luogo, come la preoccupazione della Questura e della Digos di Roma nei confronti di Giuliano Castellino, al quale è stato negato di partecipare a questa fiaccolata in ricordo di Michelle e di poter abbracciare sua madre, solamente perché è in uomo di popolo.
E del popolo
sotto sotto avete tutti un po’ paura.
Non possiamo quindi non chiederci dove sono le “nostre forze dell’ordine” quotidianamente quando le nostre figlie vengono molestate o quando i nostri figli vengono “addormentati” da fiumi di droghe.
Mi chiedo se vi troveremo ancora domani pomeriggio o questa sera tra le strade di Primavalle.
Oggi però ci lasciamo tutto alle spalle perché è il giorno di Michelle, figlia di Roma, figlia di Primavalle e figlia, amica, sorella di tutti noi.