Certe trasmissioni, pur denigrandomi dall’inizio della guerra, mi offrono somme di denaro da nove mesi per avermi come ospite. Lo fanno di nascosto, via email, sapeste quante ne conservo. Sui loro canali mi denigrano; in privato mi propongono compensi. Ed io non rispondo. Alcuni insistono e cercano di allettarmi assicurandomi di avere avuto ospiti “importantissimi” nei loro spazi che, così dicono, pullulano di “cranti” esperti geopolitici youtube.
Crantissimi.
Ma non è un problema di soldi o di persona potente, di cui non me ne frega niente.
È un problema di rispetto delle regole fondamentali del dibattito scientifico; è un problema di rispetto delle regole basilari della buona educazione; è un problema di rispetto verso il prossimo e le sue idee, soprattutto quando sono minoritarie e in contrasto con le nostre. Sono un professore universitario e ho precisi doveri pedagogici verso i miei studenti. Non interloquisco con i cranti esperti che violano le regole del dibattito scientifico. Mica li temo; li ignoro.
Ricordate le bellissime lettere manoscritte che mi ha inviato quel Frate Francescano? Coloro che ci denigrano e, nello stesso tempo, ci offrono i loro soldi per apparire al nostro fianco, sono spesso persone afflitte da complessi di inferiorità, invidia e risentimento.
Queste persone vanno comprese e amate per le loro debolezze. Se venissimo a contatto con la loro sofferenza, ci apparirebbero in una luce più umana. Dietro ogni insulto immotivato c’è sempre una smorfia di dolore.
Lasciatemi dire qualcosa sulla cultura nell’era del bullismo youtubato.
Che si tratti della guerra in Ucraina o della botanica, la cultura non è una gara a chi è più bravo; non è un combattimento di MMA. La cultura è per accarezzare, non per sanguinare; è per capire, non per denigrare; è per riparare, non per danneggiare. La cultura è un mezzo che gli studiosi mettono a disposizione dei più deboli: è uno strumento per favorire il processo di liberazione dell’uomo da ogni forma di oppressione, la più grande delle quali è la guerra. La cultura è un mezzo per proteggere i bambini dalla violenza degli adulti, i peggiori dei quali sono i guerrafondai, che parlano di pace mentre operano soltanto per la guerra. La cultura è interdisciplinare per natura perché piazza ponti dappertutto.
Cari super-bulli della guerra in Ucraina, smettetela di invitarmi e di offrirmi i vostri soldi di nascosto: non mi interessano minimamente.
Ma se un giorno cambierete; se diventerete persone migliori; se aiuterete gli adolescenti a capire che essere come voi non è una cosa bella; se avrete un messaggio educativo positivo per le generazioni future; accetterò volentieri di apparire al vostro fianco e sarò vostro amico. Tutti possono cambiare in meglio.
Aiutare chi ci odia è il meglio che ci possa capitare nella vita.
Aprirsi, comprendere, andare incontro: questa è la via della cultura.
La cultura è un progetto antropologico.
Mica contare soldatini su youtube.”
di Alessandro Orsini