di Fabio C. Maguire
Il Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden si è dichiarato fortemente preoccupato per i recenti sviluppi circa il nucleare tra Russia e Bielorussia.
Il residente della Casa Bianca ha giudicato come reale la minaccia nucleare di Vladimir Putin e ha denunciato come “assolutamente irresponsabile” la decisione di dispiegare sistemi a propulsione nucleare nella confinante Bielorussia.
L’accordo tra Minsk e Mosca è stato reso pubblico il 16 giugno, come confermato dal Presidente bielorusso Alexander Lukashenko che ha informato che il suo paese ha iniziato a prendere in consegna “armi nucleari tattiche” dalla Russia.
Il Presidente Biden ha quindi manifestato un vivo risentimento per la decisone del Cremlino che, secondo il Pentagono, potrebbe condurre ad rapida quanto tragica escalation della crisi.
Le preoccupazioni del falco americano sono completamente ipocrite e fuorvianti.
Infatti, gli Stati Uniti, senza dichiarazioni ufficiali, hanno sistemato 150 nuove bombe nucleari in Europa.
La collocazione degli ordigni atomici sarà nelle basi americane di cinque paesi europei: Germania, Italia, Turchia, Belgio e Paesi Bassi.
Ad annunciarlo è stata Alicia Sanders-Zakre, coordinatrice delle politiche della ricerca per la Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN), in una conferenza stampa a Ginevra il 12 giugno 2023.
“Sebbene non ci siano conferme o smentite ufficiali, sappiamo che ci sono armi nucleari dispiegate in cinque paesi in Europa e in Asia: Germania, Belgio, Paesi Bassi, Italia e Turchia. Secondo gli esperti della società civile, ci sono circa 150 testate dispiegate in questi stati nelle basi aeree statunitensi”, ha affermato Alicia Sanders-Zakre.
L’ICAN, “Campagna internazionale per l’abolizione delle armi atomiche”, è una coalizione fondata nel 2007 che mira al totale disarmo nucleare e si è interessata al dispiegamento di armi nucleari in Europa, ritenute “motivo di grande preoccupazione”.
Inoltre, secondo l’Istituto Internazionale di Ricerca sui problemi della Pace di Stoccolma i paesi, a seguito del conflitto in Ucraina, hanno copiosamente aumentato la capienza dei loro arsenali nucleari e in vetta alla classica, come numero di armi prodotte e dispiegate, si posizionano gli Stati Uniti.
Infatti, la preoccupazione del Presidente Biden è tale che, secondo un rapporto dell’ICAN, “Wasted: 2022 Global Nuclear Weapons Spending”, nel 2022 gli States hanno investito circa 43.7 miliardi di dollari in armi nucleari, in una spesa complessiva di circa 82.9 miliardi di dollari.
La Russia ha speso il 22% di quanto invece stanziato dall’America, circa 9.6 miliardi, mentre la Cina ha speso poco più di un quarto del totale degli Stati Uniti, circa 11.7 miliardi di dollari.
Le preoccupazione e le denunce della Casa Bianca sono infondate e menzognere.
Se si considera inoltre che nel 2019 gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dal Trattato delle forze nucleari a raggio intermedio del 1987, le parole del Presidente Biden suonano come un insulto all’intelligenza delle persone.
Per il saggista statunitense Benjamin Abelow, Washington “può aver intuito di aver un vantaggio militare, visto che i missili in questione sarebbero stati piazzati in Europa, vicino alla Russia.”
Secondo l’esperto, la decisione presa dagli USA avrebbe comportato una reazione, a scopo cautelare, della Russia, del tipo “spingere la Federazione Russa ad adottare una strategia di allerta immediata o indurre i russi a sviluppare nuove tipologie di armi atomiche.”
Le previsioni di Abelow si sono concretizzate e non si può, alla luce dei fatti, condannare la Russia come paese irresponsabile e precipitoso.
Mosca si è solamente conformata alle azioni provocatorie dell’Occidente e reagito in misura analoga al fine ultimo di preservare l’integrità e la stabilità del paese.