di Fabio C. Maguire
Le bombe a grappolo promesse dagli Stati Uniti all’Ucraina sono arrivate a destinazione.
Seppur vietate dalla Convenzione del 2010 delle Nazioni Unite, Washington si è convinta ad inviare munizioni al grappolo per sostenere la controffensiva di Kiev.
Ma queste armi armi servono ben poco per vincere una guerra, sono più che altro un enorme pericolo per i civili a causa dell’elevata percentuale di bombe inesplose.
Nonostante la condanna di alcuni dei suoi più fidati alleati, gli Stati Uniti si sono decisi rassicurando, congiuntamente con Kiev, l’opinione pubblica internazionale riferendo che questo tipo di munizioni verrà utilizzate in zone esclusivamente di guerra per evitare qualsiasi pericolo per i cittadini e i non militari.
Sono bastate poche ore per smentire le parole della Casa Bianca.
Infatti, un giornalista russo, Rotislav Zhuralev, corrispondente di RIA Novosti, è stato ucciso da una pioggia di bombe a grappolo sparata intenzionalmente su un convoglio di cronisti.
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che in data 22 luglio 2023 “alcune unità delle forze armate ucraine hanno lanciato un attacco di artiglieria contro un gruppo di giornalisti del Centro informazioni Izvestia e dell’agenzia di stampa RIA Novosti, che stavano preparando materiali sugli attacchi di artiglieria delle forze ucraine con munizioni al grappolo in degli insediamenti nella regione di Zaporizhye.”
“A seguito dell’attacco con munizioni a grappolo, quattro giornalisti sono rimasti feriti di varia gravità.”
“Durante l’evacuazione, Rostislav Zhuravlev è morto per le ferite riportate dall’esplosione di una bomba a grappolo.”
Il corrispondeste di guerra russo viaggiava a bordo di una macchina civile, essendo egli stesso un civile.
Kiev ha colpito deliberatamente un gruppo di giornalisti con armi non convenzionali e bandite dall’Assemblea delle Nazioni Unite.
L’Occidente cosa si inventerà per discolparsi anche da questo ennesimo crimine di guerra?
Inoltre, ricordiamo come il regime di Kiev non è nuovo a colpire giornalisti impegnati al fronte, specialmente se indipendenti e non allineati con la narrazione ufficiale dominante.
Dal 2014 sono decine e decine i giornalisti uccisi, fra questi anche italiani come Andrea Rocchelli assassinato nel Donbass nel 2014 mentre raccontava le sofferenze dei bambini causate dall’invasione del regime golpista di Kiev.