1 CULTURA DEL LAVORO
In Italia il sistema lavoro non è solo sbagliato, ma prende ordini de Bruxelles.
In questi decenni il mondo del Lavoro è stato massacrato.
Prima la legge Biagi-D’Antona, poi l’abrogazione dell’articolo 18 hanno costruito e radicalizzazione una società basata sul precariato.
Molte persone laureate devono adattarsi a lavori umili e sottopagati, i più non hanno la possibilità di lavorare per quello per cui hanno studiato.
Non solo…
A causa della “scolarizzazione a tutti i costi”, come se la cultura fosse solo nell’istruzione pubblica, abbiamo perso migliaia di mestieri e milioni di posti di lavoro.
Non esistono più muratori, idraulici, carpentieri, ecc.
Urge ricostruzione un piano a 360 gradi:
- Ritorno e centralità per gli istituti professionali;
- Trasformare il RdC, in reddito di Formazione lavorativa;
- Sostenere le nuove povertà;
- Blocco delle delocalizzazioni;
- Piano di investimenti per l’industria nazionale;
- Applicazione art. 46 della Costituzione su congestione delle aziende private o pubbliche in perdita o a rischio chiusura;
- Reintroduzione dell’art. 18 2 IL LAVORO PRIMA DI TUTTO
2. INVESTIRE NEL LAVORO
Reddito di cittadinanza solo per chi davvero disoccupato.
Utilizzare i recettori di reddito per lavori socialmente utili o come impiego per aziende o industrie in crisi.
3. DIFENDERE LE PENSIONI
Il pensionamento torni a 60 anni.
Giusto lasciare spazio ai giovani.
- REDDITO DI MATERNITÀ
1.000 euro al mese a figlio, come in Francia, dal momento del concepimento alla fine del ciclo scolastico.
In questo modo si da la possibilità alla madre di poter liberamente scegliere di fare la mamma a tempo pieno.
Ci sarebbero milioni di posti di lavoro in più, si contrasterebbe la crisi mortale della natalità, sarebbe una spinta vitale per l’economia nazionale.