di Giuseppe Provenzale – PATRIA
(Movimento di movimenti, forza nazional-popolare del fronte del dissenso)
“Carissimi amici palestinesi,
non sfilate più circondati dal muro rosso arcobaleno, impedisce agli italiani liberi di scendere in piazza al vostro fianco, non permettete ad una fazione – tra l’altro oggi minoritaria, anti-popolare e a braccetto col globalismo – di strumentalizzare una lotta condivisa da ogni amante della libertà e della giustizia”.
Scrivo queste righe nelle stesse ore in cui, a Gaza, i vostri fratelli di fede cristiana battezzano in massa i neonati non ancora battezzati; mostrando grande fede al mondo intero, non vogliono che la morte colga questi innocenti – l’odio di Erode assume sempre nuovi volti – prima di aver ricevuto il Sacramento che apre loro le porte del Paradiso.
E, scrivo, guardando le immagini delle manifestazioni che, qui in Italia, hanno espresso sostegno nei confronti della vostra causa sacrosanta.
Mentre in Palestina religioni e dottrine differenti convivono, combattendo contro il nemico comune, in Italia le differenti matrici d’origine ideologica portano spesso a divisioni e nette contrapposizioni e, anche relativamente alle attuali manifestazioni, pare proprio che ci sia una sorta di appalto sul tema da parte della sinistra e di quelle bandiere rosse che, cosa che in Italia è ormai chiara a tutti gli uomini di buona volontà, non rappresentano più le lotte dei lavoratori, né quelle degli oppressi e degli sfruttati.
Eppure, il sostegno alla causa palestinese è ormai, e non da ieri, ampiamente trasversale e popolare, pur nel silenzio, sempre complice di Erode, del mainstream.
Chi scrive, ad esempio, organizzò già nel 2010 a Palermo una prima partecipata conferenza (altre ne seguirono qualche anno dopo) ed ebbe l’onore di avere alla propria tavola, con altri amici provenienti da un pellegrinaggio in Terra Santa, una coppia di cristiani palestinesi che, pochi mesi dopo, ebbe anche il piacere di informarmi di aver concepito il loro primo figlio proprio durante il loro soggiorno nella mia città.
Da anni siamo in prima linea per la causa palestinese, abbiamo manifestato a Roma ogni qual volta l’odio sionista alzava il livello. Siamo stati presso la vostra ambasciata.
Tra noi, ci sono anche giovani palestinesi, figli di vecchi militanti dell’Olp e di esuli e molti di noi erano in prima linea anche in questi ultimi cortei.
Ma, qui non si tratta del nostro impegno militante, personale o di gruppo, a favore della Palestina esiste – oggi più che mai – un sostegno ampiamente trasversale che è, però, assai sotto rappresentato, quando non assente, nelle manifestazioni pro Palestina alle quali ci riferiamo.
Amici, la causa palestinese in Italia non dovrebbe più fornire occasioni alle sinistre arcobaleno – portatrici di modelli antitetici a quelli tradizionali – per scendere in piazza.
I “compagni” non sono più quelli degli anni ‘70, il popolo non si sente più rappresentato dai loro uomini e dai loro programmi iper globalisti, che eseguono fedelmente, così come a destra, quanto stabilito da oligarchie di potere nemiche dei popoli e delle vere libertà.
Quartieri e lotte sociali li schifano ormai, non regalate loro occasioni di credibilità, la presenza di simboli e bandiere ideologiche a quelle che dovrebbero essere, in primo luogo, manifestazioni da svolgersi secondo regole condivise e stabilite dalla vostra comunità tutta – che è fatta da musulmani, cristiani di varie confessioni, laici… – fa solo del male alla causa palestinese, perché le appiccica addosso un’etichetta ormai fuori dal tempo e, tra l’altro, molto lontana dalle istanze nazional-popolari e patriottiche di chi resiste a Gaza e in tutta la Palestina.
Il quadro internazionale è molto cambiato, la Russia di Putin non è l’Urss, la controinformazione e l’uso di internet hanno ampliato tantissimo il già forte sentimento di fratellanza che il popolo italiano prova verso i palestinesi; tante sono le persone che hanno compreso come il nemico sionista non sia solo il vostro nemico, ma quello di ogni popolo che voglia essere libero.
Non sfilate più circondati dal muro rosso arcobaleno, impedisce agli italiani liberi di scendere in piazza al vostro fianco, non permettete ad una fazione di strumentalizzare una lotta condivisa da ogni amante della libertà e della giustizia.
Sogno, in tanti sogniamo, anche in Italia, una grande manifestazione dove le uniche bandiere siano quelle dei nostri popoli e delle nostre nazioni, non quelle di determinate, odiate fazioni, per altro ormai svuotate dai contenuti che un tempo rappresentavano e ridotte al rango infimo di chi collabora col nemico.
La causa palestinese in Italia ha bisogno di infrangere il muro ideologico che le hanno costruito attorno, fate sì che faccia la fine che certamente farà il muro costruito da Sion; perché altra strada non c’è che quella della vostra/nostra vittoria.