Parole forti sulla natura diabolica della dipendenza dal sesso, che se fossero pronunciate da un prete, chiunque oggi lo liquiderebbe come bigotto, ma quando è il Re del porno Rocco Siffredi, ornato da un pianto liberatorio e sincero, a configurare la fragilità di un uomo debole, ecco che diventa il “testimone perfetto” di quanto la dottrina morale cristiana sostiene da sempre, con forza riguardo i danni gravissimi che la schiavitù dal sesso e oggi la pornografia arrecano agli individui, specialmente i più giovani, svuotandoli della loro vitalità e lasciandoli terribilmente infelici:
“(…)arrivo persino a pensare che vorrei castrarmi per risolvere il problema. Ma è proprio a quel punto che chiedo aiuto a Dio tramite l’intercessione di mia madre”.
“Chiedevo a Dio di farmi morire…di farmi morire semplicemente”.
“La dipendenza dal sesso – afferma – ha caratteristiche demoniache. Quando si parla di diavolo secondo me oggi il diavolo è il sesso. (…)una forza maligna a cui è non possibile resistere, che prende stabilmente possesso della vita mentale portando l’individuo, attraverso la seduzione di un piacere illimitato, all’autodistruzione”.