L'Italia Mensile

ANALISI DEL VOTO IN UMBRIA

In Umbria il candidato di DSP, Marco Rizzo ottiene l’1,11% dei voti.

Se ci soffermiamo sulla percentuale ovviamente non è dato cedere a toni di vittoria, ma i numeri, se vogliamo ragionare in maniera analitica, vanno contestualizzati.

E’ dunque essenziale far notare che quella percentuale è stata ottenuta su uno spazio politico totale del 2,67%, da dividersi con altri sei contendenti, che si riferivano per giunta tutti allo stesso elettorato (quota media pro capite 0,38%).

Da questo punto di vista, soprattutto ragionando in prospettiva, il risultato è un interessante punto di partenza, potenzialmente già superiore se lo proiettiamo in un ambito nazionale, con una polarizzazione minore e una astensione minore.

Naturalmente non mancano punti critici che non neghiamo e sui quali lavorare: al momento è evidente che non riusciamo a mobilitare il voto proveniente dalla sempre crescente area dell’astensionismo, così come il nostro sembra essere l’espressione di un voto di opinione, cosa che ha lati positivi e negativi. Positivi poiché significa che le 4000 persone che ci hanno votati in Umbria lo hanno fatto perché altamente motivate, negativo perché occorre parallelamente creare un voto di radicamento territoriale che per ora manca.

Riguardo alle altre liste del cosiddetto “dissenso”, si è sempre trattato di un fenomeno da “bolla” social anche nei momenti di massima esposizione. La competizione elettorale è altra, ben più difficile, storia.

Antonello Cresti – Segretario Organizzativo Nazionale DSP

Democrazia Sovrana Popolare – Umbria
Democrazia Sovrana Popolare

Un commento su “ANALISI DEL VOTO IN UMBRIA

  1. Francamente penso che questa analisi pecchi di ottimismo
    Proiettare in senso positivo l’1,1% della Umbria sulla prossima scadenza nazionale mi sembra compito arduo per i seguenti motivi:
    1) il grado di polarizzazione della competizione nazionale dipenderà da fattori del momento , e comunque allo stato niente lascia prevedere che non ci saranno ancora almeno un 5 liste (come nel 2022) a contendersi il cosiddetto elettorato del dissenso

    2) è un dato positivo aver raccolto 4000 voti tutti sicuramente di OPINIONE, essi son dipesi da una grande capacità di comunicazione di Marco Rizzo e soprattutto dal fatto che la censura su di lui si è leggermente attenuata. Sarà così anche alla scadenza nazionale?

    3) Purtroppo il cosiddetto voto di opinione si forma ormai interamente ad opera di chi controlla l’apparato della comunicazione. Come il M5S delle origini aveva ben capito! (non condivido l’anatema di Toscano su quello che almeno all’inizio si profilò come un vero movimento antisistema)

    4) Sfidare poi il partito unico della Destra/Sinistra sul terreno del radicamento territoriale mi sembra al momento privo di sostanza nel senso che anche il partito unico della Destra/Sinistra nei Territori non c’è più da tempo (…impresa iniziata dal Cavaliere) …avendolo sostituito con un enorme apparato che ha “ottimizzato” “clientelismo” della Prima Repubblica: Caf e Patronati , comitati di quartiere, organizzazioni femminili per il lato sinistro del partito unico…..associazioni culturali o sedicenti tali alimentate con un uso “sapiente” dei fondi a disposizione degli Enti Locali per il lato destro del partito unico. NOI in questo contesto cosa potremmo fare?…

    5) per concludere : continuare a parlare di riportare al voto genericamente gli ASTENUTI ( la cui percentuale – crescerà anche per le Nazionali … a mio avviso – fino a portarsi poco sopra il 50%) non ha ricadute pratiche …bisognerà a mio avviso individuarne i segmenti sensibili al nostro messaggio

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