AMŌRIS REBELLES
[di Vincenza Nassa]
Ius rationis abest, ubi saeva potentia regnat, antiquum proverbium Latinum recitabat. Hae sententia ultimos triginta menses historiae partis populi Italici describĕre vidētur, id est illud civium segmetnum quod per unum dimitiatum annum imperii tyrannici oppressioni vexanti restitit, descendens in ea fora in quibus ne reclamāre quidem licebat. Sunt homines qui, praeter omnes partes et non rĕi publicaē causā, sed, crebrō, alĭter sentientes inter eos de ipsā rē publicā, perstitērunt in perseverandō iura quae abalienāri non possunt… Et, ut gutta cavat lapidem, non vī, sed saepe cadendo (Ov, Ep. IV, 10), sic hī, qui unīus et vicesimī saeculī heroes existimandi sunt, per constantem adsiduitatem triginta mensium dimicationum sustinērunt, ferentes odia et discrimina, expulsi ab opere et societate, ab affectĭbus et familiis, pugnantes pugnam ingentem in potentiam paucōrum qui populos servos volunt. Iī sunt qui prima iura constituunt virtutes et ideas ut vitam, pacem, imperĭum, libertatem, opus, iustitiam et eruditionem. Hi viri et hae mulieres dimicāre persequentur in PRIMA ACIĒ, lumine stimulōque munere fungentes fratrĭbus dormientĭbus, quia sciunt, etiamsī proelium in lineā tempŏris directā fit hodiē, in eā rectā, bellum autem iam vinci, et quoniam, eōrum eārumque facultate negandi omni quod humanum non est ac ipsōrum ipsārumque voluntate construendi novum mondum, quod societates in pyramĭdis formas fastigatas non concedit, sed tantum tabulas rotundas, volentes aut nolentes, AMORIS REBELLES sunt.
AMORI RIBELLI
[di Vincenza Nassa]
“Dove regna la forza, non esistono ragioni”, recitava un antico proverbio latino. Questa frase sembra descrivere gli ultimi trenta mesi di storia di una parte del popolo italiano, cioè quel segmento di cittadini che per un anno e mezzo ha resistito all’oppressione schiacciante di un governo tirannico, scendendo in quelle piazze dove non era lecito nemmeno protestare. Si tratta di uomini che, al di là di ogni fazione politica e senza finalità politiche, ma, spesso, con idee politiche diverse, hanno continuato ad affermare diritti inalienabili… E, come “la goccia perfora la pietra non con la forza, bensì con il continuo stillicidio” (Ovidio, Epistole dal Ponto, IV, 10), così costoro, che devono essere considerati eroi del ventunesimo secolo, con assiduità e costanza, hanno tollerato trenta mesi di lotte, sopportando odio e discriminazioni, cacciati dal lavoro e dalla società, dagli affetti e dalle famiglie, combattendo una battaglia titanica contro un’oligarchia che vuole i popoli schiavi. Sono coloro che affermano come diritti fondamentali valori e idee come la vita, la pace, la sovranità, la libertà, il lavoro, la giustizia e la cultura. Questi uomini e queste donne continueranno a combattere in PRIMA LINEA, fungendo da faro e da pungolo per i fratelli dormienti, perché sanno che, sebbene la battaglia sia ancora in corso, considerando gli avvenimenti secondo una linea temporale orizzontale, da un punto di vista di una temporalità verticale, invece, la guerra è già vinta, e perché, con la loro capacità di dire no a tutto ciò che non è umano e con la loro volontà di costruire un mondo nuovo, che non ammette società piramidali, ma solo tavole rotonde, volenti o nolenti, sono dei RIBELLI D’AMORE.
Superba lettura degli avvenimenti che hanno colpito uomini e donne del nostro tempo, che come l’otto (leggi simbolo) non ha mai termine, sempre è stato e sempre sarà.