di Fabio C. Maguire
Dopo l’attacco iraniano, si stanno susseguendo intensi colloqui tra le parti coinvolte.
Il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha parlato con il suo omologo iraniano, esprimendo la propria solidarietà ed invitando, parallelamente, le parti ad evitare ulteriori escalation.
La Russia ha dichiarato che la ritorsione di Teheran è scaturita dall’insufficente impegno delle Nazioni Uniti nel contrastare le azioni illegali israeliani in Medio Oriente.
L’impassibilità e l’inerzia dell’ONU, secondo Mosca, ha posto Teheran nell’inevitabile condizioni di agire e di colpire direttamente Israele.
Anche il Presidente Erdogan ha dichiarato che le Nazioni Unite sono state irresponsabili, evidenziando ancora una volta l’inutilità di questo organo sovranazionale che appare sempre di più come un semplice palcoscenico internazionale da dove poter lanciare le proprie battaglie.
Gli Stati Uniti, invece, sembrerebbero alquanto preoccupati e intrattengono quotidianamente colloqui con i propri partner israeliani, esortandoli dall’astenersi da qualsiasi rappresaglia su Teheran.
Washington ha informato Tel Aviv che non aderirà ad alcuna iniziativa israeliana contro l’Iran, nonostante gli americani abbiano giocato un ruolo cruciale nella difesa di Israele.
Anche il Primo Ministro britannico Sunak ha tentato di avere un’udienza con il Presidente Netanyahu, il quale però ha risposto di essere troppo impegnato al momento.
Il leader israeliano sta difatti evitando qualsiasi interazione con i propri partner per evitare che questi esercitino pressioni al fine di scongiurare una rappresaglia sul territorio iraniano.
Nel mentre, il Gabinetto di Guerra israeliano ha terminato la propria riunione, dichiarando di aver approvato un piano d’attacco direttamente contro l’Iran.
Sono ore di massima allerta che potrebbero segnare un punto di non ritorno.