Oggi il nostro Editoriale è molto provocatorio…
Affinità-divergenze tra il compagno Silvio e noi.
Al di là dell’aspetto macchiettistico che lo contraddistingue, le parole pronunciate da Berlusconi sono a dir poco vergognose.
Vergognose perché sono spudoratamente vere in quanto corrispondono ai fatti accaduti realmente.
Quello di cui si dovrebbe vergognare è il fatto di averle pronunciate adesso e non quando lui e la sua cricca stavano in maggioranza di governo con Draghi & co., quando in massa hanno votato per l’invio di armi all’Ucraina.
Al tempo delle votazioni in parlamento farfugliò qualche timida dichiarazione, avendo cura di non fare torto al capobastone americano e ai suoi vassalli di Bruxelles.
Proprio questi ultimi sono gli stessi che lo costrinsero alle dimissioni nel 2011 perché parlava di gas con Putin e faceva accordi con Gheddafi.
Non è difficile ammettere che, al confronto di chi lo ha succeduto, Berlusconi faceva una politica estera che ancora la si rimpiange.
Una patetica parabola quella degli ultimi anni, farsi cacciare a pedate quando non serviva più e poi andare a servire gli interessi degli stessi in cambio di qualche posto dirigenziale per il suo pietoso partito e le sue damigelle.
Fa quasi tenerezza.
Silvio tuttavia non è uno sprovveduto, nonostante l’età avanzata e qualche benzodiazepina, è il solito opportunista che dice le cose come stanno non per amore di verità, bensì per ricattare politicamente chi non accontenta le sue richieste.
Ovviamente uno come lui, nonostante il suo background di stigma, appare un gigante al cospetto di una sinistra vomitevole, traditrice, incapace di un sussulto di onestà e totalmente prostituita alla finanza transnazionale e alle oligarchie guerrafondaie a stelle e strisce.
di Giorgio Bianchi