L'Italia Mensile

ACCORDO UE-MERCOSUR.COME DISTRUGGERE L’AGRICOLTURA DELLA PICCOLA-MEDIA PROPRIETÀ A FAVORE DELLE GRANDI CONCENTRAZIONI AGRO-ALIMENTARI

Antonio Catalano

Tendenza storica del capitalismo è quella di combattere la piccola e media proprietà, per la semplice ragione che questa frena l’accumulazione capitalistica.

In Inghilterra, patria del capitalismo moderno, nel XVI sec. furono le “recinzioni” (enclosures) a favorire questo processo, per cui masse enormi di contadini furono estromesse dalla terra grazie appunto alla recinzione dei fondi agricoli comuni realizzata con la forza dai proprietari terrieri della piccola nobiltà e della borghesia mercantile.

Un’operazione simile a quello che accadde due secoli dopo nella nostra Sardegna, dove i piemontesi privatizzarono le terre, prima utilizzate dalla comunità. Provvedimento che scatenò il movimento “Su connottu”, che reclamava di tornare al conosciuto – su connottu –, all’antico sistema di gestione comunitaria dei terreni.

Questa breve premessa per inquadrare le ragioni che portano l’odierno capitalismo delle enormi concentrazioni finanziarie a perseguire l’obiettivo della distruzione della proprietà terriera piccola e media. Processo che si accompagna, apparentemente in controtendenza, alla sollecitazione di quel segmento di mercato “biologico”, che diventa così la riserva di produzione del cibo di qualità delle classi benestanti, mentre la gran massa della popolazione deve invece approvvigionarsi ai supermercati della grande distribuzione afferente alle potenti multinazionali del settore (ADM, Budge e Cargill, Big Food Coca-Cola, Mars, Nestlé, PespsiCo e Unilever, Jbs, Tyson Foods).

Multinazionali che grazie alla grande disponibilità finanziaria di cui dispongono esercitano potere di orientamento su quegli organismi internazionali, che spesso si ritengono “neutri”, per il tramite di responsabili politici in loro busta paga. Per non dire dell’influenza che questi enormi grumi di potere esercitano sulla “opinione pubblica” e sulla “scienza” con sponsorizzazione di progetti di ricerca, pubblicazione di articoli da essi commissionati su riviste e quotidiani e relativi pagamenti di annunci pubblicitari. Esempi di partenariato tra pubblico e privato se ne possono fare tanti. Uno: la partnership della Fao con CropLife, grande organizzazione di lobby dei pesticidi che conta tra i suoi membri molte aziende agroalimentari.

Se non partiamo da queste premesse non capiremmo l’ossessione delle istituzioni globaliste (quelle che rispondono al grande capitale finanziario) a orientare/modificare il costume alimentare delle popolazioni ricorrendo a campagne moralistico-ricattatorie di colpevolizzazione per la distruzione del pianeta.

Per questo il grande capitale dell’agroalimentare tende a distruggere il senso comune dei popoli riguardo all’alimentazione “tradizionale” martellando continuamente sulla necessità di transitare a un’alimentazione più sana, naturalmente eco-sostenibile: grilli, carne sintetica, formaggi “vegani” ed altre prelibatezze… Per questo l’UE si è inventata quella mostruosità che risponde al nome di Nutri-Score, l’etichetta nutrizionale Ue che, guarda caso, penalizza l’80% del Dop italiano: parmigiano reggiano, grana padano, prosciutto di Parma e di San Daniele, olio di oliva, salumi eccetera.

Se la von der Leyen quindi esulta per l’intesa politica con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Bolivia, Uruguay e Paraguay) c’è da preoccuparsi, perché lei è stata confermata a Bruxelles proprio per tutelare gli interessi del grande capitale, nonostante gli esiti elettorali europei volgessero in una direzione antiliberista (e contro la guerra), con grande gioia della famiglia popolar-verde-socialdemocratica europea. (Le elezioni vanno bene fintanto che il popolo si esprime come comanda nostro sovrano, altrimenti si negano o, più semplicemente, si sospendono, come hanno fatto in Romania dove stava vincendo Georgescu, uno che si dichiara per gli interessi del proprio popolo e che, soprattutto, non vuole che questo sia usato come carne da macello in guerra come quello ucraino.

A sentire la von der Leyen, si tratterrebbe di un accordo che offre straordinarie opportunità alle impresey europee… chissà perché gli agricoltori europei sono in fibrillazione. Lei parla di “svolta storica” e afferma che “gli standard europei resteranno intoccabili”.

Nei Paesi sudamericani in questione le grandi multinazionali, che hanno acquisito quasi tutto il settore agro-zootecnico, fanno largo uso nella produzione di sostanze vietate in UE: l’anno scorso l’incremento dei pesticidi era intorno al 40% mentre da noi calava del 33%. Potranno mai quindi gli standard rimanere intoccati? Si apre quindi una stagione di dumping dagli effetti devastanti per le sorti della nostra agricoltura, che a queste condizioni non potrà reggere all’indubbio vantaggio competitivo dei prodotti sudamericani.

Si capisce bene a questo punto quanto sia ideologico, e quindi ipocrita, lo strombazzamento sulla sostenibilità eccetera eccetera.

L’intesa bilaterale con i Paesi sudamericani colpisce prima di tutto carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Il Brasile è il primo produttore di proteine al mondo grazie alle mandrie del colosso Jbs.

Le politiche agricole comuni (Pac) europee hanno fortemente disincentivato l’agricoltura, con la transizione “green” che sottrae terreni all’agricoltura, arrivando a pagare gli agricoltori perché non coltivino i campi.

Secondo il prof. Felice Adinolfi, prof. ordinario di economia agraria presso l’università di Bologna e direttore del centro studi “Divulga”, «l’Europa ha perduto oltre 8 milioni di ettari di superficie agricola, quasi 10 milioni di aziende e ha ridotto di un quarto la popolazione rurale per effetto di due elementi: il calo del reddito agricolo –130 euro a ettaro di contributo Pac non bastano – e l’idea che ridurre i pesticidi e fertilizzanti fosse la via migliore».

A proposito di questi ultimi, «l’accordo Ue-Mercosur dovrebbe abbattere i sistemi tariffari da entrambe le parti e promuovere da un lato le importazioni europee di prodotti agricoli e zootecnici dall’area Mercosur e dall’altro favorire le esportazioni europee di manifattura e chimica. Con il paradossale risultato di esportare verso questi paesi più prodotti vietati nell’Ue di quanto già si faccia oggi, per poi reimportarli, in qualità crescenti, nel nostro piatto.… ora con accordi come il Mercosur che non pone clausole di reciprocità lo reimportiamo nel piatto».

Non siamo più ai tempi delle “recinzioni”, ma il grande capitale (oggi di dimensioni immensamente più grandi di quelle del XVI secolo) agisce sempre secondo la stessa logica: ridurre l’uomo ad appendice sempre meno significativa del meccanismo di produzione del valore.

Ecco spiegata la base materiale dell’ideologia transumanista con le sue appendici transgender, ambientaliste, cancel culturali, woke… tutte naturalmente inclusive e sostenibili.

2 commenti su “ACCORDO UE-MERCOSUR.COME DISTRUGGERE L’AGRICOLTURA DELLA PICCOLA-MEDIA PROPRIETÀ A FAVORE DELLE GRANDI CONCENTRAZIONI AGRO-ALIMENTARI

  1. Bisognerebbe parlare con cognizione, prima di scrivere ad un pubblico! I FORMAGGI VEGANI nulla hanno a che vedere con la “carne sintetica”!! Sono formati da alimenti sani e leggeri! A differenza del Parmigiano e del Prosciutto di Parma, carichi di ormoni e manipolazioni sanitarie…Non e’ che siete interessati a promuovere il rifiuto del benessere, anche voi???

    1. Mi dispiace che lei , gentilissima Sabrina , prenda spunto da una svista comprensibilissima , per chi non è ,come suppongo sia lei, addentro al mondo vegano. per dileggiare un articolo che parte da dati certi e inconfutabili per approdare a considerazioni che stanno sempre più divenendo evidenti salvo a chi non le vuole vedere.

      Le posso assicurare che QUI tra redattori e lettori al contrario di quello che lei insinua , c’è molto interesse al benessere del nostro e di tutti i popoli: la sua ricerca deve essere diffusa, consapevole , ritmata dal confronto con la tradizione culinaria che non è folclore ma “cultura” e soprattutto alla portata di tutte le tasche!

      Lei si chiede perché il settore del cosiddetto “mercato biologico” lungi dall’espandersi rimane da anni fermo? A dispetto delle battaglie apparentemente sgangherate ma in verità sapientemente organizzate come il NUTRI SCORE?

      Forse a lei ,gentile Sabrina , del lungo e articolato pezzo, è sfuggita la rivelazione del meccanismo che sta sotto a questo processo ben espressa dall’articolista
      Il sistema agro-alimentare progettato dagli apprendisti stregoni di Bruxelles non mira al benessere delle popolazioni , ma ad un doppio mercato uno quello dei supermercati delle Grande Distribuzione per le masse sempre più illuse di scegliere cio che le viene imposto dalla pubblicità e dai pochi soldi a loro disposizione e quello di un mercato cosiddetto” biologico” riservato ai pochi che se lo possono permettere

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