A NAPOLI E IN CAMPANIA LA BATTAGLIA DEI DOCENTI PER LE LIBERTÀ È IN ATTO DALL’AGOSTO 2021 E CONTINUERÀ FINO ALLA VITTORIA
(Testimonianza di Marcella Molea, docente di ruolo presso l’istituto Statale Quasimodo Dicearchia di Pozzuoli – Napoli)
LE QUERELE DEI DOCENTI E DEL PERSONALE ATA CONTRO DRAGHI DINANZI LE 140 PROCURE DELLA REPUBBLICA DELLA NAZIONE SONO TUTTE LÌ…
NESSUNA ARCHIVIAZIONE…
I RICORSI DI LAVORO DEI NOSTRI AVVOCATI HANNO SALVAGUARDATO IL NOSTRO POSTO DI LAVORO E I NOSTRI STIPENDI…
SIAMO IN PRIMA LINEA NEI TRIBUNALI E NELLE PIAZZE
LOTTIAMO PER I NOSTRI DIRITTI…
PER UNA “NOVA RES PUBLICA”
Mahatma Gandhi amava dire…
“Puoi incatenarmi, puoi torturarmi, puoi anche distruggere questo corpo ma non imprigionerai mai la mia mente”.
È la frase che mi ha fatto compagnia nei momenti di scoramento nel corso di questi ultimi oramai quasi tre anni di calvario, e, soprattutto, in questi ultimi mesi, in cui, da docente “demansionata” mi hanno rinchiuso in un’aula – 36 ore a settimana – a non fare nulla, e solo perché qualcuno “ai piani alti” del “sistema” ha voluto punirmi, umiliarmi e farmi pentire di aver avuto il coraggio di difendere il mio corpo dal siero sperimentale che dispensa morte.
Non sono una “no vax” ma “il corpo è mio e lo gestisco io” – e non è uno “slogan” di femminista memoria perché femminista non sono – ed agli esperimenti sul mio corpo ho inteso dire forte e chiaro “NO”.
Quando il governo mise in atto il diabolico piano della finta pandemia e ci “rinchiuse” con il primo lockdown, era solo l’inizio di un nuovo tipo di guerra… diversa da quelle che abbiamo studiato sui libri a scuola.
Quelle erano guerre che si combattevano con le armi, uomini contro uomini, questa è stata ed è una guerra contro un nemico invisibile inventato intorno a noi, tra noi.
È una guerra fatta da psicologi e strateghi del terrore cha hanno instillato prima del siero nel nostro sangue la paura.
Alcuni però hanno conservato equilibrio saldo resistendo all’omologazione di massa.
Dopo il secondo lockdown, quando i governanti senza rappresentanza del popolo bue ha reso di fatto prima e poi legalmente obbligatoria la somministrazione di un siero sperimentale perché potessimo godere di libertà che ci erano dovute per diritto e che ci sono state strappate, anche quella di lavorare che significa non poter vivere, mi sono resa conto che il livello dello scontro vertiginosamente metteva ancor più in pericolo le vite di noi tutti, anche di quelli che come me non la pensavano.
Ed allora venne il tempo della mia scelta.
Ero disposta a tutto anche a rinunciare al mio lavoro per difendere la mia dignità, la mia libertà e le libertà di tutto un popolo addormentatosi ed arresosi agli interessi di una dittatura finanziaria-sanitaria.
Non avrei accettato supinamente l’estorsione del mio consenso per avere libertà di vivere… la libertà mi spettava e mi spetta per diritti acquisiti.
Volevo combattere… ma non sapevo come.
A partire dal giugno del 2021 tutti i sabati ero nelle piazze della mia città, insieme a tanti a manifestare il mio dissenso ed acquisii consapevolezza di non essere sola.
E non eravamo in pochi in quelle piazze.
A Piazza Dante avvenne lì che sentii il nome di un avvocato che aveva sposato la causa del dissenso che si batteva per l’affermazione dei principi costituzionali contro il potere usurpatore della legge. Un avvocato cha aveva assunto la difesa già di tanti in forma gratuita in favore del popolo che aveva ancora speranza di poter far valere le proprie ragioni contro la tirannide.
Confesso che rimasi scettica.
Non siamo più abituati in questo mondo miserabile a credere che possa ancora esistere un qualcuno che si adoperi, con la sua professione, gratuitamente per difendere dei princìpi, degli ideali, la dignità e la libertà del popolo.
Lo volli incontrare… e lo conobbi e percepii in quell’uomo i valori morali ed umani di un principe pronto alla battaglia.
E da allora quell’uomo è il “Faro” di un gruppo che giorno dopo giorno cresce incessantemente di insegnanti, bidelli, di ogni categoria di lavoratori che disperati si muovevano senza guida perdendosi nella nebbia.
Giunse il primo giorno di scuola, il giorno in cui presentandomi senza “lasciapassare” mi sbatterono la porta dell’istituto in faccia dopo 35 anni di insegnamento, diplomi di specializzazione, master ed una laurea… titoli che, d’improvviso, non contavano più nulla.
Ma affrontai quella frustata in pieno viso con forza, perché sapevo che non ero più sola.
Affrontai così “la causa” della mia vita.
Entrai nel Tribunale di Napoli per la prima volta. E fu una esperienza scioccante.
Venni prelevata all’ingresso, segnalata, schedata e scortata dalla DIGOS attraverso gli ascensori di servizio fino all’aula dove si svolgeva l’udienza.
Mai avrei pensato sarebbe potuto accadermi una cosa del genere. Io, io che non mi sono mai occupata di politiche e di idee.
Lo stesso Giudice rimase basito e chiese lumi in alto, poi scusandosi, quando i miei legali riferirono protestando con veemenza a voce alta, dell’accaduto.
Ad ogni buon conto avvenne quanto non avrei mai immaginato potesse avvenire.
Ero sospesa ma il Giudice mi conservò intatto lo stipendio e il posto di lavoro.
Ma sei mesi dopo la mia Dirigente Scolastica decise una nuova sospensione non più perché non in possesso del lasciapassare, ma perché inottemperante all’obbligo vaccinale degli over 50.
Senza vaccino avrei dovuto morire di fame… per i nostri governanti. E così da marzo venni privata dello stipendio.
Sapevo, fin dal principio, che avevamo vinto una battaglia ma non la guerra.
E così la battaglia nelle aule di giustizia è ricominciata nuovamente più spietata che mai. Nelle aule civili ma anche nelle Procure.
Intanto la fine dello stato d’emergenza mi consentiva di far rientro a scuola. E già sognavo di riabbracciare i miei alunni. Io amo il mio lavoro. Io amo i miei alunni.
Ma il sogno rimase un sogno.
I docenti dissidenti come me… non hanno mai fatto ritorno nelle loro classi con i loro alunni.
Le gerarchie del sistema doveva infliggerci una punizione esemplar che fosse di monito anche a chi si era omologato alla tirannide.
Così il 2 maggio si aprirono per me le porte di quella che sarebbe stata la mia prigione per quarantacinque giorni.
Mi hanno demansionata e da insegnante sono diventata personale ATA, relegata in un’aula, con bagno annesso, per 36 ore settimanali, senza fare nulla.
Almeno potevo esperire le mie funzioni fisiologiche in caso di necessità.
Eh sì… perché ad una amica di lotta relegata in un’aula abbandonata le venne imposto il divieto di andare in bagno perché non vaccinata.
La Procura indaga!
Decisi che sarei stata, anche stavolta, più forte della loro cattiveria e così trasformai quella prigione in qualcosa di bello per me; quella che doveva essere una punizione sarebbe diventata una esperienza speciale.
Mi dedicai alla pittura la mia seconda passione dopo l’insegnamento con il risultato che divieti o no i bambini correvano a frotte a guardare la “maestra che dipingeva”.
Volevano umiliarmi!
Non ci sono riusciti!
Adesso che è finito l’anno scolastico attendo il giorno della mia causa dinanzi al Giudice del Lavoro.
Esigo il recupero degli stipendi che mi sono stati tolti, il risarcimento dei danni tutti patiti per le ingiustizie e le discriminazioni subite.
Sono in attesa, anzi siamo in attesa insieme a tutti i colleghi, che come me e con me hanno sofferto, di vincere un’altra battaglia nella certezza che un giorno vinceremo questa guerra.
Le procure indagano Draghi, a centinaia i nostri avvocati hanno presentato ricorsi…
Siamo in tanti e non siamo soli… abbiamo con noi un “Faro” che ci guiderà come ha fatto sino ad ora e siamo certi che avremo la Vittoria.
Napoli è una trincea.
La nostra bandiera è il tricolore.
La gente come noi non molla mai.
Cara Marcella ti capisco ! Anche io sospeso ad Agosto appena rientrato dalle ferie ( mi hanno anche telefonato durante le ferie dalla Direzione Sanitaria) per appizzarmi .iAltro che ferie ho dovuto fare le raccomandate per prenotare il vaccino e esigevo di fare le indagini analitiche in laboratorio.Nessuna risposta.Finita l’emergenza il 31/12 decido di mettermi in Malattia troppo stressato mi hanno cacciato come se fossi un ladro di siringhe .A Gennaio la seconda Sospensione dall’ Ordine dei tecnici.Ma non hanno fatto bene in conti : La legge dice che il Una delle tante illeggittimita il dipendente in Malattia non può essere risospeso. In Tutto Questo all’ Inps risulto in Malattia all’ Asl sospensione cautelativa .Ne vedremo delle belle in Tribunale .: Pretendo gli stipendi arretrati e i danni morali e psicologici.
Avevo iniziato anche io la stessa battaglia e in parte l’ho continuata da sola! Ogni giorno parlando di covid non c’è qualcuno con cui non mi scontri perché si è arreso al sistema! Io non mi sono arresa ma ho cercato altre strade. Purtroppo hanno fatto leva su di me le responsabilità che sentivo verso i miei alunni alcuni dei quali quando ho parlato loro e sono andata via hanno iniziato a irrompere in un pianto disperato. Ecco,allora non ce l’ho fatta! È stato allora che ho deciso di combattere ma in modo diverso, senza dover tradire chi aveva fiducia in me e mi aspettava. Non mi sono vaccinata e penso e spero di non doverlo fare MAI! ma m non mi è stata tolta la dignità ,anche quella di poter scegliere…e,a modo mio ho scelto! Grazie Marcella per la tua forza!