di Fabio C. Maguire
Questa settimana è avvenuto un incontro nello stato della California tra il presidente della Camera dei rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti, Kevin McCarthy, e la leader di Taiwan Tsai Ing-wen.
A Los Angeles il delegato di Washington ha assicurato “la fornitura di armi e tecnologie militari a Taiwan” e la necessità che queste vengano consegnate con tempestività.
L’incontro ha provocato l’immediata reazione delle autorità cinesi, le quali hanno informato di essere pronti ad adottare misure “ferme e risolute” per garantire l’integrità e la sovranità della Cina.
Tra la folla presente alla Ronald Reagan Presidential Library, qualcuno ha fatto notare che tali intenzioni andranno a danneggiare e compromettere definitivamente i rapporti sino-americani, e contemporaneamente il ministero degli Esteri di Pechino ha fatto notare che Taiwan “è la prima linea rossa da non oltrepassare”; l’isola è di vitale importanza per la Cina la quale non è disposta a cederla tanto facilmente.
La Repubblica popolare ha infatti ribadito questo concetto inviando tre navi militari e venti jet da guerra vicino l’isola, di cui nove hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan.
La parte cinese ha esortato gli Stati Uniti ad accettare il principio della Cina unica e di non sostenere più l’indipendenza dell’Isola.
La questione è molto delicata e il confine tra la pace e la guerra labile e sottile.
Come già evidenziato in altre occasioni Taiwan potrebbe essere l’Ucraina indo-pacifica, ovvero l’espediente con il quale il Pentagono intraprenderà una guerra per procura contro la Cina.