La città è cambiata per sempre.
Un cambiamento figlio della pandemia, dove le metropoli, un tempo disegnate per funzioni, oggi diventano agglomerati di quartieri autonomi:
a Parigi, Melbourne, Genova, si parla rispettivamente di «ville du quart d’heure», «twenty minutes neighborhood», «città dei 2 km», dove tutto quel che serve è a portata di passeggiata.
E poi c’è la visione opposta, quella della città metropolitana, dove le aree periferiche vengono inglobate nei nuclei centrali, con connessioni continue e rapida.
Quasi nuovi quartieri di una città sempre più espansa.
Sono modelli, tutti, di una smart city che diventa veramente tale perché è abilitata da sistemi di mobilità intermodali, integrati e sostenibili.
La società orwelliana è servita… (ndr)