di Fabio C. Maguire
Sin dai primi istanti di guerra le autorità ucraine, largamente supportate dalla stampa occidentale, hanno incolpato la Russia di crimini contro l’umanità.
Kiev ha sistematicamente dichiarato che l’esercito russo fosse stato responsabile di un vero e proprio genocidio ai danni del popolo ucraino, appellandosi alla Corte Internazionale e ad altri organi competenti affinché indagassero e perseguissero penalmente il Presidente Vladimir Putin ed i suoi sottoposti per i delitti commessi.
La Corte Penale dell’Aia ha disposto un mandato di cattura internazionale nei confronti del leader del Cremlino, inquisito per la presunta deportazione di bambini ucraini in Russia nelle prime fasi del conflitto.
Essendo un organismo fortemente soggetto a infiltrazioni politiche esterne e considerando la non adesione di Mosca ai Trattati di Roma, il presente ordine di cattura è invalido, come anche le indagini effettuate.
Successivamente è stato richiesto un corpo d’inchiesta indipendente e imparziale che potesse verificare attentamente le ipotesi di crimini sviluppate da Kiev e dall’Occidente collettivo.
Una commissione delle Nazioni Unite ha iniziato a lavorare sui presunti delitti commessi in Ucraina ai danni dei civili e, stando agli ultimi resoconti, non sono state rinvenute notizie reali e prove concrete di crimini o abusi perpetrati dall’esercito russo ai danni della popolazione ucraina.
Non è stata ritrovata nessuna traccia che potesse supportare le accuse di genocidio che le autorità di Kiev imputavano al Cremlino, ma anzi sono state individuate, dalla commissione d’inchiesta, crimini commessi non dalle forze armate russe bensì da un secondo attore che non viene però esplicitamente menzionato nel documento.
Quel che è certo è che il regime di Kiev dal 2014 ha commesso innumerevoli crimini ai danni dei cittadini del Donbass e della comunità russa residente in Ucraina.
Anche la stessa chiesa ortodossa è stata perseguitata dalle autorità ucraine, arrivando addirittura ad arrestare molti dei suoi esponenti.
Il Presidente della Duma, Dimitri Medvev, ha scritto circa l’inchiesta della commissione delle Nazioni Unite.
Riportiamo qui sotto le seguenti dichiarazioni.
“La Commissione internazionale d’inchiesta delle Nazioni Unite sulle violazioni in Ucraina non ha trovato prove sufficienti che le azioni dell’esercito russo nel paese debbano essere qualificate come genocidio. Così ha detto il suo capo, Eric Möse. Allo stesso tempo, ha menzionato “un gran numero di crimini di guerra” commessi da non si sa chi.
Se i membri di questa commissione vogliono davvero scoprire il genocidio e i crimini di guerra in Ucraina, allora dovrebbero smettere di comportarsi come talpe cieche. E, dopo aver pulito adeguatamente i propri occhiali, guardare nella giusta direzione. Verso il regime criminale di Kiev. Valutare obiettivamente quanto spietatamente abbia annegato il Donbass nel sangue per otto anni, fino a quando la Russia non ha lanciato un’operazione militare speciale. La Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio afferma che “per genocidio si intendono gli atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale”. Questo è esattamente ciò che fa il regime di Kiev dal 2014, indipendentemente dal cambiamento dei nomi e dei complici di questo crimine ai suoi vertici.
Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, oltre 3.000 civili sono morti durante gli anni di conflitto armato nel Donbass. Solo nel 2014, nei territori che hanno dichiarato la propria indipendenza dal regime criminale di Kiev, sono state uccise quasi 2mila persone e feriti più di 4mila civili. Anche in periodi relativamente calmi il numero delle vittime ammontava a decine di persone. Per otto anni, la popolazione civile del Donbass è stata sottoposta a massicci bombardamenti, in seguito ai quali sono state uccise donne, bambini e anziani. L’intento dei furfanti di Kiev di uccidere gli abitanti del Donbass e commettere crimini di guerra è evidente.
Di quali altre prove hanno bisogno questi ipocriti della commissione?
Devi perdere completamente la coscienza per non vederlo e cercare di trovare prove che il genocidio presumibilmente provenga dalla Russia.
La convenzione afferma inoltre che gli autori di genocidio devono essere giustamente puniti. La feccia colpevole di aver ucciso civili nel Donbass, riceverà una meritata punizione per tutto ciò che ha fatto. Ecco perché l’operazione militare speciale deve proseguire fino al completo raggiungimento dei suoi obiettivi. Fino alla vittoria finale su chi per otto anni ha sottoposto il proprio popolo ad abusi e sterminio.
E che siano dannati, indipendentemente dalla qualificazione giuridica delle loro azioni. Che brucino all’inferno!”
Dmitry Medvedev