di Fabio C. Maguire
Scene di guerra con mezzi corazzati e pezzi di artiglieria che tuonano lungo la paradisiaca costa sarda.
Strategie di campo e “manuali della Guerra Fredda” dirigono e coordinano l’imponente esercitazione militare della NATO, nel sud della Sardegna.
L’esercito multinazionale dell’Alleanza Atlantica ha invaso la magnifica isola mediterranea, ponendo in essere cinematografiche operazioni di addestramento che hanno impegnato sette paesi, oltre la nostra nazione ospitante.
Una doppia campagna addestrativa ha sconvolto Capo Teulada, occupato militarmente dalla fine di Aprile da 2200 militari, 30 mezzi cingolati pesanti e 260 mezzi gommati.
La prima esercitazione, la Noble Jump 2023, si è conclusa recentemente e si è principalmente concentrata sulle capacità reattive e organizzative dell’esercito nordatlantico a seguito dell’insorgere di una situazione emergenziale.
Sotto il comando dell’Allied Joint Force Command Naples, il personale militare ha operato direttamente sul campo, in attività tattiche volte a misurare la prontezza a rispondere a una minaccia armata.
La colonia Italia ha tenuto rigorosamente fede al suo ruolo di subalterno, fornendo esclusivamente supporto logistico, mentre i carri Leopard 2, gli elicotteri Tiger e veicoli da combattimento di fanteria CV 90 da obici semoventi tedeschi e olandesi si divertivano, corrompendo il panorama, in giochi di guerra stile soft air.
La Joint Stars, invece, si svolgerà nei prossimi giorni, in un’operazione interforze nazionale e inter-agenzia, pianificata e condotta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), effettuato presso l’aeroporto di Decimomannu e nelle zone marittime antistanti.
L’esercitazione vedrà le forze nazionali impegnate nella difesa degli spazi aerei, terrestri e marittimi, nella sicurezza cibernetica e spaziale, nella difesa da contaminazione chimica, biologica, radiologica o nucleare e nel contrasto alle minacce derivanti dalle tecnologie emergenti.
In simultanea verrano simulati interventi relativi al mantenimento dell’ordine pubblico, in caso di conflitto, di lotta al terrorismo e al contrasto dei traffici illegali, con ciò la repressione di qualsiasi voce dissidente interna.
Diverse mobilitazioni sono state proposte dal comitato anti-imperialista locale, protagonista di sit-in e marce violentemente sciolte dai tutori dell’ordine, armati di idranti e lacrimogeni.
Le proteste non sono state sostenute però dall’Ultima Generazione, assente ingiustificato, interessata maggiormente a speculare sulla catastrofe emiliana che a combattere l’inquinamento e la devastazione del territorio perpetrata da decine di mezzi pesanti.
L’Italia, privata della sua sovranità, è ridotta a mera colonia, stoicamente a disposizione del padrone americano.
Il cuore del paese trasformato in una campo di battaglia per i soldati stranieri, che crepano e corrompono la nostra integrità territoriale.
Le isole convertite in giganti depositi di armi e munizioni, pronte per essere imbracciate in nome del “sogno americano”.
L’Italia, in un prossimo conflitto, sarà l’obbiettivo prioritario da colpire delle forze nemiche perché custode del tesoro militare e umanitario della NATO.
Per la nostra libertà e sicurezza non c’è altra strada che l’uscita immediata e incondizionata dalla più sanguinaria e fanatica alleanza della storia.
Fuori dalla NATO subito!