Questa strage fatta dagli uomini di Dalla Chiesa non la ricorda nessuno: Il 9 MAGGIO 1974 nel carcere di Alessandria tre detenuti sequestrano un medico, un’assistente sociale, sei insegnanti e sei agenti.
Polizia e carabinieri circondano l’edificio, i detenuti chiedono di poter lasciare il carcere in un furgone.
Ma lo Stato in realtà non ne vuol sapere di trattare e l’assalto alla diligenza appare come la scelta obbligata anche per dare una lezione a chi, detenuto, crede di potere, in questo modo, riavere la sua libertà.
Alle 19.30 parte un primo assalto dei carabinieri del generale Dalla Chiesa, un fronte di gas lacrimogeno per stanare i banditi e un fuoco continuo per abbatterli senza mettere in pericolo la vita degli ostaggi.
Risultato: le prime vittime da “fuoco amico”, il dottor Gandolfi e il dottor Campi, ferito mortalmente e che spirerà alcuni giorni dopo.
La logica dell’atto di forza sembra finire in un angolo.
Alcuni mediatori tentano di far ripartire le trattative offrendosi anche come scorta per permettere ai detenuti di allontanarsi senza gli ostaggi.
Ma il 10 maggio, zitto zitto lo Stato ha accantonato la logica della diplomazia, e si fa strada la fretta di chiudere la partita in tempi ravvicinati.
Chiuse le trattative, nessuno spazio alla linea morbida.
Alle 17 parte l’assalto finale, un attacco improvviso e inaspettato, condotto in simultanea dall’interno e dall’esterno del carcere, con candelotti lacrimogeni e il solito fronte di fuoco.
Le armi parleranno per un tempo che nessuno saprà conteggiare in maniera precisa e questa volta le vittime sono tre: l’assistente sociale Graziella Vassallo Giarola, il brigadiere Gennaro Cantiello e l’appuntato Sebastiano Gaeta.
Oltre ai detenuti Concu e Di Bona.
Un massacro.
Dalla Chiesa non viene destituito, viene anzi nominato plenipotenziario del nuovo sistema carcerario.
A lui viene affidato il compito di individuare e predisporre il circuito delle carceri speciali e di sovrintendere alla loro sicurezza.
Il Procuratore della Repubblica Reviglio della Veneria commenta: «Un’azione meravigliosa, condotta magistralmente dai carabinieri ».
Sette i morti per questa “azione meravigliosa”.