di Fabio C. Maguire
La seduta parlamentare straordinaria di ieri a Belgrado è stata molto movimentata e tesa.
Infatti il presidente Vucic ha esposto alla camera l’ultimatum di Bruxelles circa l’adesione del Kosovo all’Unione Europea.
L’opposizione serba ha contestato duramente il presidente rivolgendogli aspre critiche e offese pesanti.
Vucic è stato definito un “traditore” e accusato di “capitolazione davanti all’Occidente.”
L’opposizione nazionalista ha contesta al vigente governo di aver accettato l’indipendenza di Pristina e di non aver avuto una posizione ferma e decisa sulla questione.
La situazione è degenerata quando alcuni membri del Parlamento hanno tentato di avvicinarsi al presidente, sfiorando uno scontro fisico e rivolgendo urla e ingiurie alla presidenza del consiglio.
La seduta è stata sospesa e solamente dopo qualche minuto è stato possibile riprendere la discussione.
Il presidente Vucic ha ribattuto ai deputati dell’opposizione per ore, rinfacciando alle forze parlamentari avverse di essere state responsabili di favoreggiamenti circa la secessione di Pristina, quando questi erano al potere.
Il premier ha concluso affermando che “l’opposizione non ha validi argomenti e creando incidenti, si palesa essere il vero nemico del Paese.”
Una giornata politica molto intensa a Belgrado ma che mostra la netta volontà dello Stato e del popolo serbo di opporsi ai ricatti dell’UE, di non cedere alle provocazioni della NATO e di difendere la sovranità del Paese.
Il Parlamento serbo dovrebbe essere d’esempio per tanti altri parlamenti in Europa, malati del peggior servilismo e della più meschina pecoraggine.