Giorgia Meloni cerca di rassicurare i cittadini sul nuovo decreto che riguarda i rave party abusivi.
“Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano, ma vorrei rassicurare tutti i cittadini – qualora ce ne fosse bisogno – che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso”.
Ma davvero si tratta solo di strumentalizzazioni o c’è effettivamente qualcosa che non torna?
A preoccuparsi non è soltanto l’opposizione ma tutte quelle persone che in questi ultimi anni hanno combattuto contro le limitazioni sulle libertà personali.
“E adesso arriva la norma anti-rave-party” ha scritto Diego Fusaro. “Prima facie, apparirebbe una norma giusta, volta a contrastare lo spaccio di stupefacenti e l’occupazione abusiva di suolo pubblico e privato da parte di sfaccendati annebbiati da sostanze”.
A preoccupare il filosofo sarebbe la possibile estensione della norma ad altri contesti di libera assemblea pubblica. E in effetti su questo punto il decreto è molto vago.
“Si torna alla vecchia questione, ormai nota: l’ordine neoliberale, che sia al potere la destra bluette o la sinistra fucsia, sta comprimendo gli spazi di libertà in nome della sicurezza, secondo quello che abbiamo appellato il “teorema securitario” (cfr. “Golpe globale”)”.
E ancora: “Prima hanno limitato la libertà di assemblea in nome della lotta al nemico invisibile. Chiamarono tale limitazione con la orwelliana formula di “divieto di assembramento”. Ora stanno ponendo le basi per tornare a limitarla in nome della sicurezza legata al contrasto dei rave party”.
Secondo Fusaro: “Occorre saper cogliere la logica del concetto di sviluppo a cui stiamo assistendo: una riorganizzazione autoritaria degli spazi pubblici, sempre più controllati dal potere, sempre più strutturati in maniera tale da non garantire appieno quella “libertà di assemblea” che è una delle prerogative di uno stato libero e democratico”.
In conclusione ha avvisato chi non vuol capire: “Non giustifico i rave party, che trovo raccapriccianti; semplicemente temo che usino la norma anti-rave-party come grimaldello per limitare proteste e assemblee in futuro. Altro non ho detto. Per chi sa leggere, naturalmente”.
Pietro Di Martino