di Ramona Castellino
Il problema del calo demografico affligge il mondo “civilizzato” e come spesso accade l’Italia ha il record peggiore, chiudendo lo scorso anno la sua percentuale di natalità addirittura in negativo.
La Russia invece si muove e lo fa con decisione per incentivare e supportare le donne russe nella procreazione dei figli.
Oltre la già nota onorificenza riconosciuta alle “Madri Eroine” e il divieto di adozione degli orfani russi da parte di stati con politiche e propagande gender, Putin promette di aumentare i sussidi per i nascituri.
Per la Federazione Russa, la questione demografica è al centro delle politiche sociali.
Il tasso di natalità in Russia si attesta all’ 1,41% e l’obiettivo è quello di arrivare il prima possibile al 2,1%.
Per raggiungere tale obiettivo si è creato un programma di sostegno e di costante monitoraggio.
I principali interventi a favore delle famiglie sono il sostegno finanziario alle donne incinte che è permanente fino al compimento del diciottesimo anno di età del nascituro, in aggiunta ad un capitale si maternità e ad un “mutuo familiare” con tasso di interesse del 6%.
Si lavora anche allo sviluppo di un sistema di sostegno alla maternità.
Ancora una volta la Russia si pone come guida e faro di politiche sociali strutturate a sostegno della famiglia, dove la prole è una ricchezza per la nazione, per la sua sopravvivenza e per il suo futuro.
Politiche molto diverse rispetto a quelle adottate da un Occidente malato cronico che preferisce famiglie “alternative”, promuove teorie gender, LGBT, abortiste dei nostri figli sostituiti possibilmente da immigrati provenienti da ogni dove.
Uno stato che non fa figli è uno stato che è già morto.