Giulio Chinappi
Nel 1977, durante la 32ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stato deciso di commemorare ogni anno il 29 novembre come giornata della solidarietà con il popolo palestinese. Questa scelta rappresenta l’espressione del fermo sostegno e della solidarietà della comunità internazionale alla lotta dei palestinesi per riconquistare i loro diritti nazionali e fondare uno Stato indipendente.
I palestinesi, privati del loro territorio a causa delle manovre degli Stati Uniti e di Israele, hanno condotto una lunga e attiva lotta per porre fine all’occupazione straniera e riconquistare i loro diritti nazionali.
La questione palestinese ha attirato l’attenzione della comunità internazionale non solo come questione di sovranità di un popolo, ma anche come problema strettamente legato al mantenimento della pace in Medio Oriente.
Oggi il popolo palestinese si trova in una crisi di vita o di morte.
Dallo scorso ottobre, oltre 44.000 palestinesi sono stati uccisi e molti altri ridotti a rifugiati a causa degli attacchi militari indiscriminati di Israele.
La maggior parte degli edifici nella Striscia di Gaza è stata distrutta e vaste aree agricole destinate alla produzione alimentare sono state devastate. Secondo un’agenzia delle Nazioni Unite, le macerie degli edifici distrutti dalle forze israeliane ammontano a 37 milioni di tonnellate e saranno necessari 14 anni, mobilitando 100 camion, per rimuoverle. Inoltre, vi sono numerose bombe inesplose tra i detriti.
Non contento di aver causato un disastro umanitario così orribile, Israele ha dichiarato che avrebbe demolito l’edificio dell’ufficio dell’organizzazione ONU per il soccorso ai rifugiati palestinesi nel campo profughi in Cisgiordania e che avrebbe abbandonato l’accordo che consente l’attività dell’organizzazione stessa.
Per i palestinesi, che si trovano a un bivio tra la vita e la morte, l’aiuto di questa organizzazione è come un’oasi nel deserto.
Le atrocità di Israele sono equiparabili agli oltraggi commessi dalla Germania nazista nei paesi europei per sterminare intere nazioni nella prima metà del XX secolo.
Nonostante tali barbarie, il popolo palestinese continua a lottare.
La sovranità è la vita e l’anima di ogni nazione, e per questo i palestinesi combattono contro Israele con determinazione e sacrificio.
Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, che è diventata un focolaio di estinzione nazionale e massacri, deve essere raggiunto il prima possibile.
Le ampie fasce della comunità internazionale non devono distogliere lo sguardo dalla morte di innocenti palestinesi, ma punire Israele, determinato a perseguire un’operazione di sterminio nazionale in spregio al diritto internazionale.