L'Italia Mensile

BRILLERÀ E, SOPRATTUTTO, QUANTO BRILLERÀ QUESTA NOVA?

Antonio Catalano

Conte apre la nuova costituente del M5S, Nova, con la chiara intenzione di collocarsi a sinistra tra i “progressisti”, quindi con Pd e Avs, con i quali evidentemente sente di condividere una comune linea di azione programmatica.

E che fa?
Al Palazzo dei congressi di Roma l’unica leader politica ospite (seppure in collegamento) è Sahara Wagenknecht.

Proprio lei, l’esponente della cosiddetta sinistra conservatrice europea che ha rotto con Die Linke su temi molto importanti, quali l’appartenenza alla Nato, l’Ue, la contrarietà al sostegno dell’Ucraina contro la Russia, l’anti-immigrazionismo, la critica alle politiche energetiche europee, la critica del politicamente corretto e di tutti i suoi corollari.

Non a caso la Wagenknecht è considerata dalla sinistra ufficiale europea come “rosso-bruna”, a intendere un certo populismo con venature destrorse.

Quindi Conte, che ha portato il M5S nel campo della sinistra, invita proprio lei, Sahra Wagenknecht, che dichiara essere superata la vecchia dicotomia destra/sinistra, che definisce l’odierna sinistra “sinistra alla moda” apprezzata dai ceti medio alti, dai laureati dei grandi centri urbani, insomma dai residenti delle cosiddette ztl.

Perché Conte quindi la ospita, se è suo intendimento schierare il suo nuovo movimento nel campo largo della sinistra?

Vuol far intendere ai vertici della sinistra che sì Nova si colloca da quella parte, ma mantenendo una certa autonomia, evidentemente per non perdere del tutto la simpatia di quella componente ex grillina ancora affezionata a un certo “populismo”?

Se è così, come a me sembra che sia, ancora una volta l’avvocato dimostra di non sapere rinunciare alla sua ambiguità, a quel trasformismo dimostrato negli ultimi anni.

Oggi collocarsi a sinistra non vuol dire schierarsi dalla parte dei ceti popolari, e il fatto che questi prevalentemente non votino a sinistra in buona parte lo dimostra. (Benintesi: non che la destra sia l’alternativa, i due poli rappresentano due facce della stessa medaglia).

La popolazione che vota a sinistra oggi è rappresentata prevalentemente da: ceto medio-alto “istruito”, laureati, classe manageriale legata al capitale finanziario multinazionale, funzionariato sindacale, filiera sociale collegata alle coop, consistente porzione di dipendenti della pubblica amministrazione (forte la componente docente della scuola), studenti universitari “alternativi”. Insomma, in buona parte quelli che dal neo liberismo globalista hanno ricavato benefici, comunque nessuno svantaggio significativo.

È chiaro quindi che schierarsi a sinistra non vuol dire mettersi dalla parte dei lavoratori salariati, precari, disoccupati e inoccupati, partite Iva, piccola e media imprenditoria.

Conte sa bene che a sinistra deve vedersela con un Pd con il quale non può competere sullo stesso piano e con un’Avs che riesce a fare marketing politico di “successo” con i suoi Soumahoro Lucano e Salis.

Ma sa anche che non può rivendicare più quelle istanze sostanzialmente anti-liberiste (anti Ue, anti Nato, contro i “taxi del mare”…) con le quali il M5S fece il pienone elettorale.
Il nostro avvocato cerca solo di confondere le acque, nella speranza di poter galleggiare.

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