L'Italia Mensile

Analisi del voto

Vorrei in queste brevi note fare una disamina sul voto delle regionali.

Il dato principale è quello dell’astensione che arriva al 54% in Emilia-Romagna e al 48% in Umbria e non sembra arrestarsi.

In Emilia-Romagna non eravamo presenti e quindi, guarda caso, non c’è stato il fiorire di liste del dissenso.

In più in quella regione il risultato era ampliamente prevedibile e infatti è andata ancora meno gente a votare.

I candidati erano solo quattro: il centrosinistra ha stravinto, ma con una minoranza dei voti degli aventi diritto, il centrodestra non ha saputo far altro che perdere nonostante l’alluvione ed il cattivo governo.

Gli altri due contendenti avevano una prateria ma non hanno convinto: la somma di tre partitini pseudo comunisti è arrivata all’1,9% , mentre l’unico candidato del cosiddetto dissenso, Teodori, appoggiato da tutto il caravanserraglio da Fusaro a Byoblu, da quelli del Friuli Venezia Giulia alle svariate intelligence, ha preso l’1.2%.

Noi non siamo stati presenti perché ingannati da un dirigente regionale che ci ha convinto a non presentarci per poi uscire dal partito e dare l’indicazione di voto per il centrodestra (ha ragione Rizzo, siamo ancora troppo buoni !).

In Umbria , siamo arrivati terzi su nove candidati, con l’1,1%.

Avevamo contro anche altri quattro partitini del “dissenso” che ci hanno portato via quasi l’1% in quattro.

Se si fossero uniti a noi avrebbero fatto miglior figura.

Il tema è che alle amministrative lo scontro tra destra e sinistra, il cosiddetto voto utile, purtroppo è ancora sentito.

E noi non riusciamo, per ora, ad intercettare, il non voto; su questo dovremmo lavorare aspramente.

Comunque siamo l’unica forza che ha questa prospettiva.

Considerate che in Umbria, (osservare la tabella) quelli dietro di noi con meno della metà dei nostri voti, sono tre partiti come potere al popolo, rifondazione e pci, comunque strutturati sul territorio.

Per quanto riguarda le nostre liste e le loro preferenze serve fare una riflessione sul nostro radicamento.

È vero che i nostri candidati, essendo persone perbene, hanno poche clientele e poche preferenze, ma, ad esempio nella nostra
lista di appoggio in alleanza -Alternativa Riformista- la somma delle preferenze non è arrivata al 15% del totale dei voti, che alla fine sono tutti di Rizzo che ha portato “il carretto” da solo.

Effettivamente il radicamento del territorio non si può inventare da un giorno all’altro.

Anche su questo lavoreremo.

Un grazie a tutti, siate certi che il sottoscritto e Marco Rizzo, proseguiranno senza esitazioni.

Viva Democrazia Sovrana Popolare.
Fraterni saluti.

Il presidente Francese Toscano.

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