L'Italia Mensile

Elezioni Liguria

Francesco Toscano e Marco Rizzo

Al netto dei risultati della tornata elettorale in Liguria, dove abbiamo conosciuto persone splendide che non smetteremo mai mai di ringraziare, si consolida la riflessione che dentro DSP svolgiamo ormai da tempo.

La democrazia rappresentativa è in profonda crisi: coloro che governano, in questo caso in un territorio regionale, sono legittimati (prima ancora che votati) da meno della metà di quelli che possono votare.

Questo vuol dire una sola cosa: più della metà dei cittadini non riconosce coloro che amministrano, coloro che decidono le regole.

Da ciò deriva che più della metà degli aventi diritto di voto non riconosce le regole che gli vengono imposte, e che subisce passivamente.

(Lo slogan “il popolo non vota, lotta!” non solo è vecchio, ma non corrisponde alla realtà. Oggi il popolo non vota e non lotta. NDR).

Non crediate, però, che chi invece vota per i soliti partiti ne condivida decisioni o idee.

Siamo fermamente convinti che la politica elettorale serve ormai solo a interessi concreti, diretti, regalie personali o speranza di goderne, di alcuni cittadini.

Non sarebbe possibile il contrario: destra e sinistra si alternano ormai da tempo ai posti di comando attuando, a turni, sempre le stesse politiche: aumento delle tasse, diminuzione dei servizi, subordinazione alle multinazionali e alla grande finanza, nonché subordinazione alla NATO, all’’Unione Europea, agli Stati Uniti.

La nostra grande manifestazione contro la guerra imperialista di sabato scorso a Roma è testimone della possibilità di far crescere la militanza e la coscienza in larghi strati della popolazione.

L’attuale politica ha concorso a far precipitare la grave crisi culturale e politica che affligge oggi questo Paese: i giovani non capiscono che esercitare il diritto di voto vuol dire esprimere delle preferenze sul proprio stile di vita, sulla società in cui si vive, sul mondo che si vuole creare per i propri figli.

Noi continuiamo a volerci battere per far tornare la gente alle urne, per riconsegnare al popolo il potere di partecipare al processo decisionale, attraverso la riconquista della sovranità di ciascun cittadino e della Nazione tutta, rispetto ai Governanti (per i cittadini) e a Padroni Esteri (per lo Stato).

Serve un grande lavoro, ci impegniamo per conquistare quelli che hanno perso la fiducia, e quelli che potrebbero ritrovarla.

La nostra scelta è giusta, siamo pronti ad assumercene fino in fondo le responsabilità.

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