L'Italia Mensile

Situazione Medio Oriente tiene banco al vertice BRICS

di Ramona Castellino

Sempre più drammatiche le notizie che giungono dal Medio Oriente.
Continua l’invasione in Libano, con 17 raid a Beirut e anche su Damasco.
Il più violento attacco israeliano dall’inizio della guerra.

Al nord di Gaza, col Piano Generali, dal 6 ottobre sono 770 i morti, molti corpi sono ancora sotto le macerie o per strada.

Intanto a Nuseirat salgono a 17 le vittime dell’attacco ad una scuola adibita per i profughi. Tra i deceduti anche 7 bambini di 11 mesi e 3 donne.

La protezione civile palestinese ha comunicato di non essere più in grado di assolvere ai suoi compiti di aiuto e sostegno dei civili del nord di Gaza a causa delle continue minacce di uccidere e bombardare le squadra a Jabaliah,da parte delle forze di occupazione israeliane.

Bassal, portavoce del primo soccorso, racconta di come i soccorritori sono presi di mira, uccisi e lasciati in mezzo alla strada.

La situazione medio orientale è stata il tema principale affrontato da tutti i protagonisti che ieri hanno partecipato al vertice BRICS tenutosi a Kazan in Russia.

Tra i presenti il presidente dell’autorità palestinese Abbas che ha chiesto di accettare la Palestina nel prossimo futuro tra gli stati BRICS in quanto punto di riferimento per la pace e la sicurezza internazionale.
Presente anche il numero due di Hamas, Musa Abu Marzouk, il quale ha chiesto a Mosca di fare pressione su Abbas per la creazione di un governo di unità nazionale.

Il presidente turco Erdogan invita i BRICS a sostenere l’iniziativa di fermare la vendita di armi a Israele, colpevole di incendiare tutta la ragione, con le sue continue provocazioni e i suoi atteggiamenti aggressivi e colpevoli del genocidio del popolo palestinese.

Putin ritiene necessario avviare un processo politico globale per risolvere il problema in Medio Oriente essendo un problema, come per la Palestina, di lunga data e di origini profonde, non certo la guerra cominciata il 7 ottobre scorso, come invece sbandierato dai media occidentale per giustificare Israele e il suo “diritto a difendersi”.

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