di Ramona Castellino
In Moldavia servono due turni per decretare il nuovo presidente del paese non avendo entrambi superato lo sbarramento del 50% dei voti.
Al primo turno è un testa Maia Sandu, attuale presidente, con il 41,8%.
Al secondo, l’ex procuratore generale del paese, Alexander Stoianoglo con il 26,34%.
Più complicata e più torbida la questione del referendum sull’integrazione europea.
Per una manciata di voti vince l’adesione all’UE.
I dati divulgati dalla commissione centrale ci dicono che il 50,1% cittadini hanno espresso un voto favorevole, mentre il 49,9% hanno espresso un voto contrario.
Un risultato che ha infiammato le opposizioni in Moldavia e che fa discutere l’opinione pubblica.
Se da una parte appunto l’opposizione grida ai brogli, il partito della Sandu ammette che i residenti della Moldavia sono contrari all’adesione, ma che il sorpasso al fotofinish è stato ottenuto grazie ai voti dei moldavi residenti nei paesi dell’Unione.
In più fa discutere come sia stato possibile che solamente 10.000 schede elettorali siano state mandate ai moldavi residenti in Russia, a fronte di almeno mezzo milione di cittadini.
I seggi aperti solamente due.
Tutto questo a sottolineare come i globalisti utilizzino qualsiasi strategia per poter sovvertire e riplasmare a proprio piacimento la volontà del popolo trasformato un netto vantaggio dei NO, in un Si stentato.
Un risultato che non solo scontenta il popolo, ma destabilizzerà la Moldavia negli anni a venire.