di Antonello Cavallotto
Fioccano le iniziative e i convegni da entrambe le sponde del Tevere. In Vaticano, in un incontro a porte chiuse ed ospiti selezionati, si è ripercorsa e analizzata da parte di rappresentanti del mondo religioso maronita l’attuale crisi del Libano e analizzato i possibili e difficili scenari per il ristabilimento della Pace in una terra martoriata, che da 50 anni non ha mai smesso di essere luogo di conflitti e tensioni.
Dall’altra parte del Tevere, invece, si è svolto il convegno “È possibile realizzare la pace in Medio Oriente?”, organizzato dall’Associazione italo-araba Assadakah, in collaborazione con l’Associazione Welcom Associazion Italia (W.A.I.). L’evento ha visto la partecipazione di esperti, giornalisti e attivisti per discutere della crisi mediorientale, con un focus particolare sui conflitti in Palestina e in Libano.
Particolarmente significativo l’intervento di Talal Khrais, presidente di Assadakah, che ha lanciato un appello per un cessate il fuoco immediato e per il rispetto delle risoluzioni internazionali, soprattutto la risoluzione 1701 dell’ONU. Durante il dibattito, Issam Al-Halabi, rappresentante dell’Associazione Italiana Amicizia in Libano, ha testimoniato il dramma umanitario in Libano, descrivendo i bombardamenti e lo sfollamento di civili innocenti.
Al di là del Tevere, Jannette Daoud, professoressa di lingua e cultura araba e libanese di nascita, ha espresso un accorato appello ricordando la storica tolleranza del popolo libanese, caratterizzata dalla sua multireligiosità, e denunciando il silenzio della comunità internazionale di fronte ai massacri in corso, frutto di interessi geopolitici contrapposti. Ha inoltre invocato un intervento della Santa Sede per fermare i belligeranti e proteggere i civili innocenti.