L'Italia Mensile

La resistenza del popolo russo

Giuliano Castellino

Troppo spesso la storia contemporanea è scritta dal pensiero unico dominante, politicamente corretto e moralmente decadente.

Non si ammettono voci fuori dal coro.
Tantomeno ricordare chi si è opposto al globalismo.

Pochissimi conoscono la storia degli eroici difensori della Casa dei Soviet nell’ottobre del 1993.

L’autunno del 93 è una delle pagine più drammatiche della storia russa.

A Mosca vennero uccisi diverse centinaia o addirittura migliaia di patrioti russi: la loro colpa? Amare in maniera profonda la Patria e aver difeso la Costituzione russa contro il colpo di stato di Eltsin.

Così racconta quei giorni Kostantin Malofeev, militante politico tradizionalista, sovranista e popolare: ” (…) In molti modi, la mia vita sociale è iniziata allora. Studente del terzo anno presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università statale di Mosca, ho completato uno stage come assistente di un deputato del popolo e avvocato presso il Consiglio federale per la garanzia della libertà di parola. E quindi partecipai personalmente alla difesa della Camera dei Soviet.
Sul quotidiano la “Pravda” nell’appello al popolo accanto alle firme del presidente russo Alexander Rutsky, del presidente del Consiglio supremo Ruslan Khasbulatov e degli altri leader, c’era anchr la mia firma. Come capo dell’organizzazione giovanile del Congresso delle comunità russe”.

Eltsin e i media occidentali accusarono quei militanti e attivisti di essere “fascisti comunisti e rosso-bruni”, mostrificando e criminalizzando come succede ad ogni opposizione anti-globalista.

Mainstream e regime liberal-liberista partirono con una campagna di repressione pesantissima.
L’intellighenzia liberale russofoba (paragonabile ai radical chic nostrani) chiedeva di “schiacciare il rettile”.

Di conseguenza, la sanguinosa repressione della resistenza popolare portò a lunghi anni di politica coloniale occidentale, i cui frutti sono ancora visibili e difficili da eliminare.

Ancora il patriota russo Kostantin Malofeev: “Non c’è dubbio per me che, a partire dalla primavera russa del 2014, con le modifiche alla Costituzione di Eltsin del 2020 e naturalmente, con l’inizio della nostra sacra Operazione Speciale, abbiamo continuato il lavoro dei difensori caduti della Casa dei Soviet. Memoria eterna per loro”.

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