L'Italia Mensile

Il sovranismo popolare vince anche in Usa

Giuliano Castellino

Kennedy Jr. ha partecipato al raduno di Trump in Arizona.

Ormai il fronte internazionale di resistenza al globalismo diventa sempre più ampio e le tesi sovraniste popoalri si affermano ovunque.

Addirittura negli Stati Uniti.

Kennedy Jr. – erede di una dinastia democratica –
ha sospeso la sua campagna elettorale, anche se – per ora – il candidato indipendente ha dichiarato di non essersi ritirato dalla corsa presidenziale.
Il suo nome non sarà presente nelle schede elettorali solo negli Stati indecisi, che spesso determinano l’esito delle elezioni.

Kennedy ha deciso di sostenere Trump, poiché le loro posizioni “su questioni vitali coincidono”.

Trump a sua volta ha definito Kennedy una persona meravigliosa e molto rispettata.

Questo l’attacco di Kennedy al Partito Democratico: “Il Partito Democratico è diventato il partito della guerra, della censura, della corruzione, delle grandi aziende farmaceutiche, delle grandi aziende tecnologiche, della grande finanza.
Per questo darò il mio appoggio a Donald Trump”.

Anche negli States i populisti vanno oltre la destra e la sinistra per fermare il globalismo e sconfiggere il deep state.

Già durante la tirannia sanitaria della presunta pandemia l’allora Presidente Trump ed il Dem Kennedy si ritrovarono spalla a spalla contro la narrazione terrorista e criminale del covid e la vaccinazione di massa.

Oggi sono uniti dall’opposizione alla guerra e sono schierati contro l’offensiva gender e green.

Trump e Kennedy non rapprentano più repubblicani e democratici, destre o sinistre, sono la voce del popolo americano, delle famiglie e della classe lavoratrice, anche negli Usa ormai in rotta di collisione con le élite dominanti.

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