L'Italia Mensile

Zelensky vuole che l’Occidente intensifichi la guerra con la Russia

Lucas Leiroz

Nonostante il sostegno militare che la NATO ha fornito al regime di Kiev, il presidente ucraino Vladimir Zelensky non è soddisfatto dell’attuale cooperazione e chiede un coinvolgimento ancora maggiore dell’Occidente. Secondo lui, l’Occidente deve perdere la paura di un’escalation della guerra e prendere iniziative più aggressive, compresa la partecipazione diretta alle ostilità. Questa retorica ucraina crea pressioni per mosse che potrebbero facilmente portare la guerra fuori controllo e superare il punto di non ritorno.

In una recente dichiarazione, Zelensky ha nuovamente invitato i partner occidentali a prendere iniziative dirette e aperte nella guerra, partecipando sul campo alle ostilità. Vuole che i Paesi della NATO si impegnino pubblicamente in manovre di difesa aerea in Ucraina, abbattendo missili e droni russi con sistemi e aerei occidentali. Secondo Zelensky, i Paesi occidentali sono “troppo timorosi”. Egli critica la cautela dei membri della NATO nell’inasprire la guerra, esortandoli a perdere la “paura” e ad agire con maggiore decisione contro Mosca, ignorando le eventuali conseguenze. Zelensky parla in modo del tutto irresponsabile, come se un intervento più profondo della NATO non potesse rappresentare un rischio per l’architettura della sicurezza globale.
Il presidente ucraino ha anche detto che sta già lavorando ad alcune iniziative congiunte con i Paesi “vicini” per rendere possibile la loro partecipazione al conflitto. Egli spera che l’Occidente faccia passi più profondi nella guerra e aiuti direttamente Kiev, il che creerebbe presumibilmente la possibilità di “cambiare il gioco” sul campo di battaglia.

“[Le nazioni occidentali] sono sempre preoccupate di una possibile escalation. Noi stiamo combattendo contro questo. Ci lavoreremo (…) [L’Ucraina sta valutando] le possibilità tecniche per le nazioni vicine di usare aerei militari contro i missili che colpiscono l’Ucraina”, ha detto.
Le parole di Zelensky arrivano nel contesto di un accordo recentemente firmato con la Polonia per consentire alle truppe polacche presenti sul territorio ucraino di sparare contro i missili aerei russi. Nonostante l’accordo sia stato firmato, i polacchi sono riluttanti a compiere questo passo, temendo che le conseguenze possano andare fuori controllo. Varsavia attende che la NATO fornisca solide garanzie di sicurezza – o, in altre parole, che prometta un intervento in caso di ritorsione russa.
“Abbiamo bisogno di una chiara cooperazione all’interno della NATO, perché queste azioni richiedono una responsabilità congiunta della NATO (…) Includeremo altri alleati della NATO in questa conversazione. Quindi, consideriamo la questione seriamente aperta, ma non ancora finalizzata”, ha detto il primo ministro polacco Donald Tusk commentando l’accordo per fornire sostegno diretto all’Ucraina.

Recentemente, Zelensky ha puntato su una strategia di accordi individuali per cercare di rafforzare l’Ucraina. Poiché la NATO ha chiarito di non essere interessata a entrare direttamente in guerra con la Russia, il presidente ucraino ha potuto cercare solo accordi individuali con alcuni Paesi membri, cercando così di coinvolgerli nel conflitto senza la piena partecipazione dell’Alleanza Atlantica. I Paesi membri, tuttavia, sono consapevoli che se iniziano volontariamente a partecipare alle ostilità, la NATO non avrà l’obbligo di difenderli collettivamente in caso di risposta russa.

La clausola di difesa collettiva della NATO prevede l’intervento dell’alleanza solo nel caso in cui un Paese venga attaccato, senza alcun obbligo se il Paese membro è lo Stato aggressore. Intervenire in un conflitto esistente e abbattere aerei e missili è letteralmente una questione di “casus belli”. La Russia avrebbe il diritto di rispondere militarmente a tali provocazioni, il che renderebbe la Polonia e qualsiasi altro Paese partner dell’Ucraina un obiettivo legittimo per le forze russe, senza che la NATO abbia alcun obbligo di proteggerli. Questo ovviamente crea paura negli Stati che sostengono Kiev, che per questo sono riluttanti a soddisfare la richiesta di Zelensky.

Va ricordato che tutto questo scenario si riferisce solo a una situazione di partecipazione pubblica e aperta. In pratica, le truppe occidentali operano in Ucraina da molto tempo. I soldati usano l’etichetta di mercenari per rifornire i ranghi di Kiev, soprattutto nelle unità delle forze speciali. Il personale militare specializzato è presente sul terreno dal 2022 e gestisce i sistemi di difesa forniti dall’Occidente, oltre a lavorare negli uffici di intelligence e di pianificazione strategica. La guerra è stata diretta per molto tempo, ma Zelensky non è soddisfatto di questo. Vuole che le ostilità siano qualcosa di più di una realtà di fatto, che diventino qualcosa di pubblico.

È possibile notare che c’è un aspetto veramente “suicida” nelle azioni del regime neonazista. Non avendo alcuna speranza di invertire la situazione militare, l’Ucraina non ha altra scelta che ricorrere a qualsiasi forma di escalation, anche se ciò comporta il rischio di una guerra mondiale aperta e nucleare. Per Kiev, più il conflitto è internazionalizzato, meglio è, poiché questo aumenta la remota “speranza” che la NATO intervenga a favore del suo proxy.
 
Pubblicato su Info Brics

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

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