Nel primo comizio dopo l’attentato tesse le lodi di Xi, Putin e Orban.
“Intelligenti e tenaci.
Biden? Ha basso quoziente intellettivo”
Giuliano Castellino
“Vogliono farmi sembrare un estremista quando invece ho preso una pallottola per la democrazia”. Donald Trump torna alla campagna elettorale dopo la convention repubblicana che lo ha incoronato candidato e soprattutto dopo l’attentato di Butler, Pennsylvania.
“Non avrei dovuto essere qui. Avevo Dio accanto a me”, ha ripeteto alle migliaia di sostenitori che lo hanno atteso per ore.
Non solo, l’ex e quasi futuro presidente americano ha tessuto le lodi dei governi di Cina, Russia e Ungheria.
Ha attaccato duramente Joe Biden, sempre più vicino al ritiro.
E ha ribadito la scelta di “sigillare il confine con il Messico e di fermare l’invasione che sta distruggendo il paese”.
Trump ha anche annunciato di voler tagliare i costi dell’energia
Il tutto per “fare rinascere il sogno americano”.
Un Trump sempre più sovranista popolare, che parla di lavoro e attacca la finanza capitalista.
Un vero e proprio leader in rottura con il deep state e la “tradizione” atlantica.
Che vuole la pace, un mondo multipolare, aiutare gli ultimi e tessere buoni rapporti con le altre Civiltà.
“Il presidente cinese Xi Jinping mi ha scritto una bella lettera dopo l’attentato e lo stesso hanno fatto altri leader mondiali” ha raccontato, dando una svolta epocale al ruolo degli Stati Uniti.
Parole di stima e amicizia anche per Vladimir Putin: “Putin e Xi sono entrambi leader intelligenti e tenaci che amano il loro Paese. Xi è brillante. Controlla 1,4 miliardi di persone con il pugno di ferro”.
Trump ha speso buone parole anche per Viktor Orban: “Ha ragione nel dire che dobbiamo avere qualcuno che ci protegga. Insomma, persone scaltre, che fanno gli interessi dei propri paesi e hanno un quoziente intellettivo di 210. Contro le quali Biden è impotente in quanto li affronta con lo svantaggio di un quoziente intellettivo basso, attorno a 70. Non può funzionare mai”.
A presentarlo sul palco è stato il senatore dell’Ohio J. D. Vance, il suo vice, all’esordio in un comizio.
“L’ho scelto perché è dalla parte dei lavoratori e degli operai. Sarà un fantastico vicepresidente”, ha tuonato Trump.
Per coprire la ferita all’orecchio causata da una delle pallottole sparate da Thomas Matthew Crooks non indossa più il grande cerotto bianco che lo ha accompagnato negli ultimi giorni: è stato sostituito da cerotti più piccoli, color carne, quasi invisibili.
Dopo aver definito Biden il presidente “peggiore della storia”, “un incapace”, Trump ne ha avuto anche per la vice Kamala Harris, contro la quale di recente ha alzato i toni prevedendo che possa essere la sostituta dell’attuale candidato dem.
“È pazza ma non come Nancy Pelosi”, ha affermato.
The Donald ha puntato forte contro i democratici: “Non sanno neanche chi è il loro candidato. In questo momento i boss del partito democratico stanno cercando disperatamente di ribaltare il risultato delle loro primarie per escludere il corrotto Joe Biden dalle elezioni. Il partito democratico è nemico della democrazia. Il partito repubblicano è il partito del popolo, dei lavoratori, a prescindere da razza e religione”.
Ormai Trump sembra aver scelto la strada del sovranismo popolare… ancora più radicale di otto anni fa.
Questo è un duro colpo… Trump sta vincendo nella “patria” del globalismo e questo potrebbe significare la sconfitta definitiva per i liberali.