L'Italia Mensile

La Meloni ha detto No a questa Europa e non ha votato la Von der Leyen,

Giuliano Castellino

A Bruxelles passa il “pacchetto” deciso da popolari, socialisti e liberali per i vertici dell’Unione.

Bis per Von der Leyen, Costa al Consiglio e Kallas Alto rappresentante.

Un vero e proprio golpe franco-tedesco alla faccia del voto popolare.

Un colpo di Stato militare e tecnocratico contro le democrazie che avevano espresso una chiara ed enequovocabile volontà: un cambio di rotta.

E contro ogni previsione – anche le nostre – Giorgia Meloni, il Presidente del Consiglio italiano, forte di un consenso popolare senza precedenti, non ha votato la Von der Leyen e ha detto no a questa Europa.

Non abbiamo mai risparmiato mai né critiche né attacchi alla Meloni, ma questa è una scelta forte e coraggiosa, che rimette l’Italia tra le nazioni populiste e sovraniste.

Dopo la decisione di non votare il Mes e un certo cambio di atteggiamento sulla guerra in Ucraina – ci aspettiamo ancora molto, per carità! – questa scelta ci lascia positivamente sorpresi.

A Bruxelles il Consiglio europeo ha dato il via libera alle nomine e Giorgia Meloni ha preferito restare isolata che tradire gli italiani: si è astenuta su Ursula Von der Leyen e ha votato contro il socialista Antonio Costa e la liberale Kaja Kallas.

L’Italia si ritrova così all’opposizione nell’Ue. Fuori dal centro di comando ed emarginata dal Consiglio europeo più guerrafondaio e russofobo della storia, pronto alla terza guerra mondiale e al conflitto contro Mosca!

«Sulle nomine c’è un’ampia convergenza su questi tre nomi…», aveva esordito in tarda serata il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aprendo il confronto sulle massime cariche istituzionali dell’Unione. Confermando dunque il “pacchetto” annunciato negli ultimi giorni: Von der Leyen, Costa e Kallas.

Insomma ha retto il patto di palazzo tra Popolari, Socialisti e Liberali.

Rimangono contro Italia, Ungheria e Slovacchia.

La nuova e vecchia maggioranza, che potremmo già ribattezzare Consiglio di Guerra, ha già presentato l’Agenda Strategica, il programma di legislatura basato su tre pilastri: Economia, Difesa e Democrazia.
Un documento preparato da Von der Leyen e ampiamente emendato da Germania e Francia, i paesi che anche stavolta hanno dato le carte nelle scelte fondamentali dell’Ue.

Per far capire come le posizioni della Meloni e delle altre nazioni all’opposizione, siano solo un problema per i globalisti di Bruxelles.

Basta prendere il commento rilasciato durante il vertice da un diplomatico del Consiglio: “Meloni è ormai l’unico ostacolo che ci separa dalla possibilità di andare a dormire presto”.

Questa volta plaudiamo la Meloni e ci schieriamo con la sua posizione sovranista e popolare.

Anzi. Diciamo a Giorgia di continuare su questa strada. Sono Orban e Fico, speriamo la Le Pen gli alleati dell’Italia, non le cancellerie dei Bruxelles.

Che questo sia un primo e un nuovo passo verso una nuova politica estera per la sovranità popolare.

Che ci sia un cambio di rotta anche verso e contro la Nato e la guerra.

Intanto non stiamo più in questo Consiglio… tra i più criminali e pericolosi della storia.

E non è poco.
Gli attacchi delle sinistre – tutte – di Repubblica e dei media di regime, confermano che stavolta Meloni ha davvero fatto bene.

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