E a Centocelle romani e islamici festeggiano l’Iftar. Un no al neo-colonialismo edonista e omologante.
Di Antonello Cavallotto
Un fine settimana dedicato alle donne. Donne forti, coraggiose, immigrate e così profondamente integrate da sentirsi giustamente e orgogliosamente “italiane”, senza rinnegare nulla delle proprie origini, anzi integrando usi, costumi e tradizioni dei loro paesi. Presso la sede della Welcome Association Italy, magistralmente orchestrato dall’Associazione Italo Araba Assadakah, si è svolta una speciale Tavola Rotonda: “Storie di donne: la diversità che arricchisce”. Un confronto multietnico e intercontinentale di esperienze di donne protagoniste del proprio destino.
È stato un prezioso momento di condivisione tra donne provenienti dal bacino mediterraneo ma anche dall’America Latina e dall’Africa. Si sono condivise testimonianze di esperienze di pioniere emigranti qui in Italia, con spunti di riflessione sulla diversità delle politiche di accoglienza e sulla cultura dell’accoglienza nel nostro paese.
È stato un prezioso momento di condivisione tra donne provenienti dal bacino mediterraneo ma anche dall’America Latina e dall’Africa. Si sono condivise testimonianze di esperienze di pioniere emigranti qui in Italia, con spunti di riflessione sulla diversità delle politiche di accoglienza e sulla cultura dell’accoglienza nel nostro paese.
I saluti istituzionali sono stati portati dal rappresentante della Lega Araba e dal responsabile relazioni internazionali per l’ Associazione Assadakah, Talal Khrais, insieme al portavoce della comunità egiziana in Italia, Yossef Ismail, e ai co-promotori della Welcome Association Italy. I messaggi enfatizzavano l’importanza dell’incontro in Italia, e soprattutto a Roma, come centro e simbolo di accoglienza e unità nella diversità. È stato ribadito il ruolo della Città Eterna, aperta nelle sue venti secoli di storia, alle differenze culturali, linguistiche e religiose.
Anche le partecipanti alla Tavola Rotonda hanno sottolineato tale importanza. Somia Hadef, Consigliere dell’ambasciata di Algeria, ha evidenziato il prezioso contributo della comunità algerina all’economia italiana e ha ricordato la vicinanza politica dell’Italia all’Algeria durante la sua fase di rivolta dal colonialismo francese. Ha inoltre esaltato il rispetto e l’orgoglio dei connazionali algerini in Italia, sottolineando la rarità dei casi di clandestinità tra di loro e l’apporto significativo che molti di loro hanno dato nel campo della cultura, della musica e dello sport.
Zeinab Ismail, la prima donna a presiedere una moschea a Roma, ha affrontato con convinzione le difficoltà di inserimento ancora presenti, spesso alimentate dagli stereotipi rappresentati dal velo, che invece è per lei un’usanza tradizionale anziché una imposizione religiosa. Ha inoltre sottolineato la grande amicizia con i romani, evidenziata dal tradizionale appuntamento della Fratellanza (Iftar) nel quartiere Centocelle, dove risiede la comunità di Ismail. Olsa Javier, rappresentante peruviana, ha esaltato il potere del cibo nel creare ponti tra culture diverse, mentre Anna Spencer, capoverdiana, ha condiviso la sua visione di “italianità metissage”, sottolineando che l’appartenenza italiana va oltre le origini, abbracciando una cittadinanza senza confini.
Un momento importante è stato sottolineare come il colonialismo abbia lasciato germi potenti di razzismo e omologazione culturale. Si è riconosciuto che solo nel reciproco rispetto delle diversità e delle ortodossie può risiedere quell’arricchimento sociale e culturale che porta verso una società inclusiva e culturalmente ricca, in cui le donne sono protagoniste di un percorso di integrazione e condivisione. La diversità diventa così un valore da celebrare e coltivare, arricchendo il tessuto sociale e culturale dell’Italia contemporanea. In conclusione, citando un caro amico (Luigi), “solo le donne possono riuscire a creare la vera integrazione”