di Fabio C. Maguire
L’ultimo vertice dell’Unione Europea è stato dedicato interamente all’Ucraina e in particolare alla questione dei 50 miliardi di euro da elargire a Kiev per i prossimi quattro anni.
L’incontro avrebbe dovuto però vertere principalmente su dei correttivi da apportare al bilancio pluriennale 2021-2027, che include, peraltro, anche il Fondo per l’Ucraina, uno strumento apposito per garantire la stabilità a lungo termine del paese.
Il grande delle spese sarà destinato proprio a Kiev, esattamente come informa il portale del Consiglio Europeo che ritiene cruciale rafforzare il bilancio comunitario in vista delle nuove sfide politiche.
Circa il 70% del bilancio sarà destinato all’Ucraina, precisamente 17 miliardi di sovvenzioni e 33 miliardi di prestiti.
La restante parte sarà cosi suddivisa: 2 miliardi per le politiche migratorie, 7,6 miliardi per le politiche di vicinato e 1,5 miliardi da destinare alla difesa.
L’unica voce dissenziente all’interno della Comunità Europea è stata quella del Presidente ungherese Orban che già alla seduta di dicembre aveva posto il veto, obbligando la Commissione a posticipare la discussione.
Durante queste ultime settimane si è provato a convincere il recalcitrante leader ungherese, arrivando addirittura ad ipotizzare di privare Budapest del suo diritto di voto in sede europea.
Lo scorso 27 gennaio Orban aveva avanzato un piano alternativo che prevedesse una discussione e una decisione annuale per continuare con le donazioni.
Bruxelles, parallelamente, stava escogitando un progetto per destabilizzare l’economia ungherese, come riportato dal Financial Times citante un documento del Consiglio Europeo.
Infatti, Bruxelles avrebbe tentato di colpire il tasso di cambio della valuta ungherese per scoraggiare gli investimenti nel paese e danneggiare la crescita economica nazionale.
Vista la resistenza di Orban, Bruxelles avrebbe però acconsentito alle condizioni di Budapest, ovvero ad una revisione annuale dei prestiti.
Tuttavia ad ogni revisione annuale sarà precluso ai paesi di poter porre il veto alla continuazione degli aiuti.
Ma ciò che ha convinto veramente Orban è stata la possibilità di poter incassare ben 21 miliardi di euro, destinati già all’Ungheria, ma adesso congelati col pretesto della violazione del principio della supremazia del diritto nel paese.
L’Unione Europea, in conclusione, ha posto come condizioni all’Ucraina, in virtù di un apparente interesse democratico, il rispetto delle minoranze nazionali, della supremazia del diritto e delle norme democratiche.