di Fabio C. Maguire
Tel Aviv ha elaborato un piano dettagliato che rappresenterebbe la soluzione finale al problema palestinese.
Un documento pubblicato il 13 ottobre 2023 dall’intelligence israeliana chiedeva esplicitamente di “evacuare la popolazione civile di Gaza nel Sinai”.
L’atto specificava che, subito dopo l’avvenuto insediamento, si sarebbe dovuta allestire un area di contenimento, “una zona sterile di diversi chilometri all’interno dell’Egitto”, attentamente controllata per impedire che i cittadini palestinesi potessero tornare a svolgere attività o a stabilirsi in prossimità del confine israeliano.
Il Presidente Netanyahu ha perciò, in coerenza con i principi del documento, iniziato a lavorare per convincere l’Egitto ad accettare milioni di profughi palestinesi provenienti da Gaza.
Per ottenere l’appoggio del Cairo, Netanyahu, utilizzando diligentemente i propri contatti nelle alte istituzioni finanziarie sovranazionali, ha promesso di eliminare un importante parte del debito egiziano attraverso la Banca Mondiale.
Successivamente, dopo aver seguito attentamente le prime fasi del piano, le quali prevedono intensi e continui bombardamenti aerei su Gaza e l’inizio di un operazione terrestre all’interno della Striscia, si dovranno spingere al di fuori della regione i civili palestinesi, costringendoli con l’uso della forza ad abbandonare le loro abitazioni.
Ma anche un altro importante istituto di sicurezza nazionale, il Misgav, ha pubblicato un documento circa la questione palestinese in data 17 ottobre.
Amir Weitmann suggerisce di dover presto reinsediare i palestinesi in un altra regione, indicando come luogo ottimale anche egli la zona del Sinai, specificando che se ciò non dovesse essere realizzato rappresenterebbe una dura sconfitta strategica per Israele.
I progetti e le azioni del regime israeliano sono inseriti esplicitamente nella categoria di crimini di guerra e contro l’umanità.
I politici, l’opinione pubblica e l’apparato militare israeliano sono un covo di criminali ed assassini che operano impunemente per una pulizia etnica della Palestina.