Monsignor Carlo Maria Viganò
Il Sinodo sulla Sinodalità dovrebbe essere celebrato a Davos: l’immedesimazione ideologica di Bergoglio nei punti programmatici dell’Agenda 2030 e del Great Reset è sfrontatamente esibita con arroganza.
Fra’ Timothy Radcliffe, predicatore del Sinodo, afferma: «Sono profondamente consapevole dei miei limiti personali. Sono anziano, bianco, occidentale e uomo! Non so che cosa sia peggio! Tutti questi aspetti della mia identità limitano la mia comprensione. Vi chiedo quindi perdono per l’inadeguatezza delle mie parole».
Razzismo al contrario, cancel culture, ideologia gender, colpevolizzazione woke: il peggio del globalismo. A ciò si aggiungano le deliranti affermazioni del card. Grech sui contagi Covid e sull’uso delle mascherine, che ci ripiomba nel delirio psicopandemico, secondo la narrazione mainstream. E ancora, le sfilate di James Martin sj in vista di nuovi, scandalosi incoraggiamenti del vizio contro natura. Senza dire della ratifica dei più falsi dogmi green con Laudate Deum.
Infine, il segreto imposto da Bergoglio – in perfetto stile massonico – ai partecipanti: uno dei segnali inequivocabili della gestione del Sinodo, in cui la manipolazione del consenso e l’intromissione di laici ideologicamente indottrinati impedisce ai pochi Vescovi critici di lanciare l’allarme durante le discussioni, e non a cose fatte.
Cos’altro serve per comprendere l’indole eversiva di questo “papato”?