di Giuliano Castellino
Si tratta di altre tre condanne in primo grado, a conclusione del procedimento relativo al ramo processuale con rito abbreviato, con le quali la Procura di Roma dimostra il proprio accanimento contro i dissidenti del 9 ottobre 2021: 6 anni ad Andrea Savaia, genovese di 54 anni, e 4 anni ai due giovani romani Maurizio Ciocca e Daniel De Filippis, con le riduzioni previste secondo questo rito, avrebbero comportato condanne rispettivamente di 9 e 6 anni secondo le regole del rito ordinario.
A Savaia, attivista No Green Pass, il pm contestava i reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale, agli altri due impuntati il solo reato di devastazione.
Parte della Procura romana insiste, quindi, nel sostenere la sussistenza dell’ormai famigerato reato di “devastazione e saccheggio”, introdotto – paradosso dei paradossi – dal fascistissimo Codice Rocco all’evidente finalità di neutralizzare gli oppositori più “fastidiosi”, non è un caso che l’art. 419 c.p. sià già stato usato in passato come strumento con il quale terrorizzare e soffocare il movimento No global di Genova o gli indignati italiani della grande manifestazione di Piazza San Giovanni, oggi, con lo stesso, storico mezzo intimidatorio, si vuole reprimere e criminalizzare chi ha osato opporsi all’odioso apartheid del Green Pass.
Nel frattempo, continua lo sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il 41 bis; le sue condizioni sono drammatiche!
Dopo 100 giorni di digiuno, il quadro clinico di Alfredo non lascia speranze.
Lo vogliono uccidere!
Non c’è altro da dire. Questo regime, eterodiretto dal globalismo anglo-americano, stringe la gola dei ribelli e tenta di soffocare ogni forma di resistenza all’oppressione liberal-capitalista.
Ma, la libertà è più forte di ogni gelida sbarra e vola più alta di ogni altissimo muro di cinta e il vento, si sa, non si ferma con le mani. Tutti liberi, liberi tutti!