Lettera aperta al Segretario generale della C.G.I.L.
Dott. Maurizio Landini
Questa “lettera aperta” al Segretario della maggiore sigla sindacale italiana (CGIL) è idealmente rivolta a tutti i Segretari Sindacali di ogni sigla.
Roma, 9 ottobre 2022… un anno dopo.
Correva l’anno 2014, quando Ella ancora leader della FIOM, nel corso di un’intervista per la presentazione del suo libro “Forza lavoro” all’intervistatore – che le evidenziava l’esistenza di un mondo che non trovava rappresentanza né nella politica né nel sindacato – Ella confermava che l’Italia era de facto nel pieno di una crisi della rappresentanza tanto politica quanto sindacale,
sottolineando a matita rossa che anche il sindacato non era fuori da questa crisi con la messa in discussione del contratto di lavoro.
Ciò ne determinava anche una crisi sul piano della democrazia, non solo sul terreno della rappresentanza, ma anche su quello più democratico della partecipazione alle scelte.
Tutto ciò perché vi era un aumento delle diseguaglianze e sul piano politico non ci si occupava più dei problemi delle persone – occorre necessariamente aggiungere… “anche delle minoranze” … le recenti scelte sindacali ci danno ragione – ma solo di problematiche generali di fronte alle quali i problemi del singolo sparivano.
Altro elemento di crisi della rappresentanza sindacale era la libera circolazione dei capitali che aveva ingenerato uno squilibrio nel binomio lavoro-capitale ed era da questo punto dolente che per lei bisognava ripartire in quanto la finanza aveva ormai assunto un potere assoluto.
Nel merito Ella dichiarava… “La concentrazione dei capitali in mano a poche grandi multinazionali, a pochi soggetti, non è mai stata forte come adesso e questo ha messo in discussione il ruolo stesso degli Stati, delle nazioni, della politica. E questo mette in crisi non a caso, anche un processo democratico”.
Nel febbraio del 2015 inoltre, quando correva voce del suo desiderio di scendere in politica, lei sosteneva: “Voglio continuare a fare il sindacalista”; e, come si addiceva giustamente al suo ruolo, eravamo sotto l’égida del governo Renzi, aggiungeva a mo’ di proclama… “C’è un Parlamento eletto con una legge incostituzionale, un premier che non è stato eletto e che cancella lo Statuto dei lavoratori: a rischio tenuta democratica del Paese”; (fonte Rainews, 24 febbraio 2015).
Per quanto lodevoli siano state le sue dichiarazioni e i suoi intenti in passato, le rivolgiamo oggi, come volevamo fare un anno fa,
tuttavia alcune per noi obbligatorie domande: come mai lei non ha tutelato i diritti e le libertà dei cittadini italiani contrari al
green pass?
Come mai non si è battuto seppur per una minoranza allorquando non si sia ritenuto doversi sottoporre all’obbligo vaccinale dimenticando così, d’emblée, i diritti e le libertà costituzionali dei lavoratori dissidenti?
Non sono forse i lavoratori e le lavoratrici italiani meritevoli anch’essi di pari diritti e pari dignità?
Non era forse giusto coinvolgere i lavoratori in una democrazia partecipata, affermata oramai solo a parole, indicendo un referendum in virtù di quella partecipazione alle scelte di cui parlava nel 2014?
Immagina o ha la più pallida idee di cosa possa aver significato per i lavoratori italiani vedere Ella difensore dei lavoratori a braccetto con Draghi?
Draghi… l’uomo della finanza, quella stessa finanza che, a suo dire, nel 2014 aveva già assunto un potere assoluto e pericoloso per la democrazia… Ella l’ha legittimata… in danno del popolo lavoratore.
È forse iniziata una nuova era sindacale?
E se i sindacati sono per la difesa delle libertà di tutti e di ciascuno, come mai non fa eco la sua opposizione alla guerra in cui stiamo pericolosamente precipitando?
Se tutto ciò è vero come risulta, nei fatti, assolutamente vero…
Se il sindacato ha perso oramai la sua funzione non solo etica… e oseremmo dire morale di difesa di ogni minoranza che merita costituzionalmente il diritto al lavoro ed alla retribuzione, prescindendo dalle scelte e dalle idee di costoro, questo sindacato, il Suo sindacato Dott. Landini, tutti i sindacati potranno solo presumere di rappresentare i lavoratori, perché de facto all’attualità non rappresentano più nulla… e non hanno più ragion d’essere e di esistere nella realtà del mondo del lavoro.
E pertanto diventa necessario se non addirittura obbligatorio abbandonare i sindacati… stracciare le tessere sindacali… bloccare l’arricchimento parassitario del finto sindacalismo ritirando le deleghe di pagamento ai datori di lavoro… denunciare l’omissione di tutela dei lavoratori dissidenti sospesi, privati della retribuzione e demansionati… richiedere il ristoro dei danni
subiti…
Il conflitto tra lavoratori e sindacati è aperto ed è sotto gli occhi di tutti.
Gli avvenimenti succedutisi ad oggi nel corso della finta emergenza sanitaria lo dimostrano.
Milioni di lavoratori hanno subito la repressione della dittatura sanitaria imposta normativamente in violazione di ogni parametro costituzionale con la connivenza dei sindacati che pure avrebbero dovuto essere il baluardo della dissidenza.
Il sindacato avrebbe dovuto tutelare le posizioni dei lavoratori… di tutti i lavoratori… prescindendo dalle scelte da questi compiute, se conformi a parametri di legittima manifestazione del dissenso, per la semplice ragione che la tutela del lavoratore deve necessariamente essere attuata “a prescindere”.
Tanto almeno secondo i dettami di un sano sindacalismo del lavoro.
Ciò non è avvenuto in relazione alle scelte dei lavoratori in tema di “obbligo del green pass” ed “obbligo di vaccinazione” per i lavoratori dissenzienti, che senza alcuna tutela sindacale – avendo abiurato il sindacato il proprio ruolo – sono stati sospesi, privati della retribuzione con tutte le drammatiche conseguenze che da
queste vessazioni di carattere estorsivo sono derivate per ognuno di loro.
I sindacati hanno abbandonato la tutela di questi lavoratori ignorando di prendere anche minimamente in considerazione le loro istanze.
Ora noi tutti sappiamo che fare parte del sindacato non è gratuito.
Il lavoratore, infatti, se vuole iscriversi ad un sindacato, deve versare una quota di iscrizione annuale che viene direttamente trattenuta dal datore di lavoro dalla busta paga del dipendente e riversata all’organizzazione sindacale, tramite una delega di pagamento.
Quando il lavoratore, che paga regolarmente la quota sindacale, va al Caf per presentare la dichiarazione dei redditi oppure va al patronato per presentare una domanda all’Inps, dipendente e sindacato stanno attuando un contratto di servizi.
Oggetto di questo contratto è l’erogazione di un servizio professionale al lavoratore il quale, come corrispettivo, paga la quota di iscrizione sindacale.
Lo stesso concetto presiede però alla tutela sindacale del lavoratore che dovrebbe essere il compito principale del sindacato… la ragione stessa per la quale il lavoratore versa l’onerosa gabella al proprio (sic!) sindacato.
A Nostro modo di vedere e “sentire” il diritto quando i sindacati non svolgono la loro precipua e primaria e principale mansione di tutela del lavoratore omettendo il necessario intervento di “difesa”, allo stesso modo delle ipotesi di negligenza o diligenza dovuta nello svolgimento di compiti aggiuntivi della primaria prestazione assunta attraverso l’esazione del contributo, dei danni che discendono dalla omessa tutela il sindacato deve rispondere sia dal punto di vista penale che civile.
E per questo sarà possibile fare causa al sindacato in quanto, al pari di ogni altro soggetto giuridico dell’ordinamento, l’organizzazione sindacale non deve, con il suo agire, procurare danni ingiusti agli altri.
La omissione della tutela del lavoratore dissenziente in termini di
“obbligatorietà del green pass” e di “obbligo vaccinale” è fonte di
responsabilità, configura chiare ipotesi di reato in sede penale e legittima il lavoratore alla richiesta risarcitoria dei danni patiti e patiendi nei confronti del sindacato inadempiente.
La prova della omessa tutela dei lavoratori dissidenti è in re ipsa,
Il mancato intervento sindacale, l’omissione di tutela, peraltro di una minoranza, deve essere ritenuta comportamento assai più grave e scorretto del sindacato e rappresenta il nesso di causalità tra il comportamento negligente e il pregiudizio sofferto dal lavoratore.
Il sindacato è diventato oggi il primo nemico dei lavoratori…
L’obiettivo programmatico di una seria agenda politica deve mirare all’abolizione delle attuali formule sindacali affinché la tutela dei lavoratori, anche delle minoranze dissidenti, il posto di lavoro e la retribuzione siano effettivamente garantiti.
Occorre così come in politica… in ambito sindacale UN NUOVO MOMENTO SINDACALE… UNA NUOVA SINTESI DOTTRINARIA…
Il NUOVO SINDACALISMO dovrà abbattere “i sindacati” momento
antisindacale nella odierna decadenza della rappresentanza dei lavoratori.
Il NUOVO SINDACALISMO sarà decisamente antistatalista; marxista e revisionista del marxismo; politico ed antipolitico insieme, nelle sue finalità e nei suoi atteggiamenti, nella teoria come nella prassi…
Sarà “politico” perché tende a una trasformazione sociale e la vuole ottenere con la lotta più strenua… ed “antipolitico” ed “antiparlamentare” in quanto sarà reso libero da ogni soggezione di partito.
Il NUOVO SINDACALISMO sarà lo strumento che le forze del lavoro debbono impiegare per la loro autoeducazione, per il trionfo sulle forze avverse del capitale e per il finale autogoverno, in cui attuare la distruzione della differenza tra governati e governanti…
Noi intendiamo unicamente un «sindacalismo allo stato puro» … crediamo unicamente nella «tutela legale» e nello «sciopero generale» come mezzi catalizzatori delle energie del popolo lavoratore da indirizzare a fini ricchi di alta moralità.
A Lei Dott. Landini prendere atto della fine del sindacato… e di ogni modello sindacale… il futuro non le appartiene… il futuro non appartiene a nessun sindacato di quest’attualità morente.
Un anno fa, il 9 ottobre del 2021, nessuno degli italiani presente a Piazza del Popolo, voleva assaltare la CGIL, così come nessuno ha devastato la vostra sede.
Il processo in corso, in presenza anche dei vostri legali, sta dimostrando che non solo non ci fu nessuna devastazione, ma che quei pochi danni non sono stati commessi dai quei pochissimi manifestanti che hanno violato il domicilio della vostra sede.
Avete preferito, dott. Landini, abbracciare Draghi, l’uomo del Britannia e della BCE, la finanza ed i mercati, sostenere la repressione e la criminalizzazione di toghe, Digos e media, invece di ascoltate il grido di rabbia, dolore e sofferenza dei lavoratori italiani che hanno subito (ed eroicamente) resistito all’apartheid del Green Pass.
La CGIL, ancora una volta, nascondendosi dietro un viscido antifascismo contro un fascismo inesistente, ha nascosto il tradimento nei confronti degli italiani.
Avete esultato per le manganellate e gli idranti contro operai, famiglie, portuali, docenti, infermieri e lavoratori italiani… avete chiesto carcere e pene contro i dissidenti, avete abbracciato il padrone Draghi e ancora oggi, dopo un anno, continuare a strumentalizzare ideologie e schemi del 900 che con il 9 ottobre di ieri e di oggi nulla c’entrano.
L’anno scorso di fascista c’era solo l’articolo 419, quello sì fascistissimo, decreto Rocco, con il quale sono stati messi nelle patrie galere e processati chi sventolava il tricolore e gridava Lavoro e Libertà.
Dopo un anno di bugie e falsità, meschinità e qualche tentata truffa ai danni dell’assicurazione, continuate a prendere per i fondelli i lavoratori.
Oggi, dopo un anno, ancora parlate di violenze e reati mai commessi, invece di gridare no alla guerra, no alla Nato, no all’imperialismo, non al neo-colonialismo.
Le vostre bandiere sono rosse di vergogna… nulla hanno a che fare con quelle sventolate in passato da combattenti di altra stoffa.
Landini come Lama… questa è la verità. Verità che tentate di nascondere, ma che ormai è chiara a tutti gli italiani.
Ieri avete sposato l’apartheid del Green Pass, oggi non vi opponete a guerra, Bruxelles e agenda Draghi!
Landini e CGIL siete il “finto sindacato” di una sinistra fucsia ormai totalmente asservita e funzionale al globalismo, al Wef e al nuovo ordine mondiale.
Anche oggi è NOI contro Voi!
Noi siamo la pace, la libertà, il popolo, il lavoro, la giustizia sociale, gli oppressi…
Voi siete la guerra, la tirannia, la finanza, i mercati, lo sfruttamento, gli oppressori…
Viva la piazza del 9 ottobre!
Viva la resistenza!
I dissidenti del 9 ottobre