Questa è Sparta!
La battaglia delle Termopili (ἡ ἐν Θερμοπύλαις μάχη), 19 – 21 agosto del 480 a.C., e la metafora di Konstantinos Kavafis nella sua poesia “Termopili”:
«Onore a quanti nella propria vita
si proposero la difesa di Termopili.
Mai allontanandosi dal dovere;
giusti e retti in tutte le azioni,
con dolore perfino e compassione;
generosi se ricchi e, se poveri,
anche nel poco generosi,
pronti all’aiuto per quanto possono;
sempre con parole di verità
ma senza odio per chi mente.
E ancora maggiore onore è loro dovuto
se prevedono (e molti lo prevedono)
che alla fine apparirà un Efialte
e i Medi infine passeranno.»
* Konstantinos Kavafis
Aggiungo a questi splendidi versi di Konstantinos Kavafis una riflessione:
Konstantinos Kavafis trae una metafora universale da questo episodio storico, stilando il ritratto di come dovrebbe essere colui che combatte e si sacrifica per una causa degna.
La Battaglia delle Termopili, con l’eroica resistenza degli Spartani, viene eletta da Kavafis a simbolo del trionfo dell’onestà senza dubbio, della rettitudine senza inganno, del coraggio senza abbandono, della forza senza fatica, dell’amore di verità senza pentimento.
Meravigliosi i versi iniziali della poesia che esaltano tutti coloro che si battono, in ogni tempo, per la difesa dei propri ideali e colpiscono quelli finali in cui Kavafis riconosce la sublime volontà nella lotta in chi, pur sapendo che alla fine ci sarà sempre un “Efialte” pronto a tradire, non si arrende.
* la traduzione in italiano della poesia di Kavafis è di Paola Maria Minucci.
Questo il testo di “Termopili” di Kostantinos Kavafis in lingua originale:
«Τιμὴ σ’ ἐκείνους ὅπου στὴν ζωή των
ὥρισαν καὶ φυλάγουν Θερμοπύλες.
Ποτὲ απὸ τὸ χρέος μὴ κινοῦντες·
δίκαιοι κι ἴσιοι σ’ ὅλες των τὲς πράξεις,
ἀλλά μὲ λύπη κιόλας κ’ εὐσπλαχνία·
γενναῖοι ὁσάκις εἶναι πλούσιοι,
κι ὅταν εἶναι πτωχοί, πάλ’ εἰς μικρὸν γενναῖοι,
πάλι συντρέχοντες ὅσο μποροῦνε·
πάντοτε τὴν ἀλήθεια ὁμιλοῦντες,
πλὴν χωρὶς μῖσος γιὰ τοὺς ψευδομένους.
Καὶ περισσότερη τιμὴ τοὺς πρέπει
ὅταν προβλέπουν (καὶ πολλοὶ προβλέπουν)
πὼς ὁ Ἐφιάλτης θὰ φανεῖ στὸ τέλος,
κ’ οἱ Μῆδοι ἐπὶ τέλους θὰ διαβοῦνε.»