Trecentosessantacinque giorni fa, era il 15 ottobre del 2021, per lavorare in Italia non furono più sufficienti titoli, competenze, professionalità ed esperienze acquisite; nel Bel Paese, governato per conto terzi da un subdolo banchiere, fu necessario mostrare un lasciapassare che attestasse l’assunzione forzata di almeno una dose di un farmaco – un vaccino (forse) in più dosi, sperimentato day by day su un popolo di cavie “consenzienti” – o l’avvenuta guarigione da una malattia che fino a qualche tempo prima non suscitava allarme se non in chi la contraeva essendo molto anziano e afflitto da altre, ben più gravi, patologie.
Chi non si fosse piegato (sembra di leggere Bradbury…), avrebbe, ipso facto, acquisito lo status di zombie, vero e proprio morto vivente – pur essendo sano – indegno di fare qualsiasi cosa se non semplicemente nutrirsi…
Oltre alla retribuzione, infatti, nemmeno i contributi andavano più versati al lavoratore/untore inadempiente.
Rileggere, oggi, le parole delle indicazioni governative per la Pubblica Amministrazione fa comprendere bene il significato di quel verso di Dante: “che nel pensier rinova la paura”.
Eccole: non sarà più versata, a chi privo di lasciapassare, «qualsiasi componente della retribuzione (anche di natura previdenziale) avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario (…), previsto per la giornata di lavoro non prestata».
Si trattava di assenza ingiustificata (zero ferie maturate e perdita dei giorni di anzianità di servizio), non giustificata, in realtà, dal sistema stesso che obbligava il lavoratore ad assentarsi: tutta la catena d’esecuzione, dal Drago al datore di lavoro trasformato in kapò, schiacciava il singolo sotto il peso di una piramide tecno-sanitaria che avrebbe dovuto avere l’unico “santo”, dichiarato scopo di salvare i “fragili”, per condannare alla fragilità sociale milioni e milioni di persone e, inoltre, dividere tragicamente le famiglie, figli contro i padri e padri contro i figli come nella Cambogia di Pol Pot.
Tutto questo nella Repubblica democratica fondata su lavoro, trasformata per decreto in una Repubblica filantropica fondata su una tessera pseudo sanitaria.
E non è del tutto finita: è ancora così per i sanitari, ancora oggi, ad un anno di distanza da quel 15 ottobre…
Non ce ne dimentichiamo.
Governanti che emarginano una parte del proprio popolo, condannandola alla fame, puntandogli il dito contro come se fosse composta da pericolosi untori asintomatici e che invitano, ghignanti, la restante parte a preparare la gogna e il linciaggio affinché le “divine” regole vengano rispettate.
“Non ti vaccini, ti ammali, muori.
Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, lui o lei muore…”, ma, con il Green Pass, sempre parola di Drago, c’è “la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”.
Ma, milioni di italiani hanno acceso anime, cervello e cuore, ne hanno fatto fiaccole di luce per illuminare il sentiero che, solo, portava fuori da quel campo di concentramento a cielo aperto che veniva creato per chi dissentiva e intendeva resistere o semplicemente non si fidava di un potente sorridente che gli porgeva una pistola a tamburo, preparata per una roulette russa a cui solo la plebe doveva giocare, o gli offriva un pass per concedergli diritti acquisiti persino fin dalla nascita.
Quante tessere sindacali strappate – chi avrebbe dovuto difendere il diritto al lavoro difendeva il “padrone” che ne impediva l’esercizio sacrosanto – quante coscienze ridestate dalla dittatura delle oligarchie…
Ad un anno distanza sappiamo ancora più di allora, fratelli, che avevamo, abbiamo, ragione noi e, con noi, milioni di italiani in più hanno preso atto di quel che dicevamo e diciamo.
Marciamo uniti adesso! Chiunque, anche all’interno, voglia dividerci ancora, chiunque ci voglia condannati alla selva oscura, che peste (è proprio il caso di dirlo) lo colga!
Un pensiero e il nostro sostegno vadano ai sanitari che ho citato prima, probabilmente il nuovo esecutivo, se ci sarà, toglierà quest’ultimo obbligo per mostrare un volto più umano, ma la tessera verde è sempre lì in agguato, pronta per essere implementata per nuove, magnifiche e progressive si intende, funzioni.
Ma, anche noi ci siamo e ci saremo…
di Giuseppe Provenzale